Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
LCXldO II.
DELLE CEKE PRIVATE E DELLE SPESE CHE E* ESSE FĀCEVĀKSI.
Nella passata adunanza, virtuosissimi accademici, por animare i nostri Provveditori a farei goderei delle pubbliche cene degli antichi distesamente vi ragionai Vi fu aggradevole la materia, e ini confortaste a proseguirli M'appresto ad ubbidirvi; e poiché delle pub* Miche cene, e delle sfoggiate spese, che facevano i Romani per imbandirle, favellai abbastanza, adesso delle private a favellarvi imprendo.
Le cene private, quantunque fossero sottoposte alla severitā delle leggi, che commemorammo, non erano perciō conformi alla prescrizione delle medesime : conciossiacosaché, nč le leggi sopra mentovate, nč quelle, che di mano in mano promulgarono i censori, valessero a contrastare alla gola de'ghiottL A dispetto delle leggi erano queste di soverchio dispendiose si per la golositā degli nomini, si per la efrenata e bestiale cupidigia di sdalacquare follemente, e dissipare 3 suo ; la quale di* sordfaatamente appetiva non tanto bsqmsitem e dé-
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LCXldO II Provveditori Miche Romani
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