Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      lezione quartaExpwantis adhuc scombri dp sanguine primo Accipe fosco sum munera rara garum.
      E dell'alece dice Plinio: Vitium murice est alex: tm-perfecta , nec colata fcex : d' onde agevolmente comprender si puote che il garo e la muria si colavano. Ora queste tre sorte di salse si dividevano in altre specie innumerabili, e come dice Plinio: creveruntque ge~ nera ad infinitum.
      Il garo veniva per lo più di Spagna da Cartagena, detto garo da quei pescetto da'Greci garo addimandato, e ritenne sempre lo stesso nome avvengachè si facesse ne'tempi susseguenti di pesce scombro, che i nostri pescaioli chiamano lucertola, o lucertolone, che Plinio dice non esser buono ad altro. Lo stemperavano tal volta con V aceto, e si ancora col vino, coli1 olio, con l'acqua e con altri liquori, da'quali prendeva diverse appellazioni, nominandosi ossigaro, enogaro, eleogaro , o gareleo e idrogaro. Era il garo più lodato, e più prezioso delle altre due salse, e costava caro e vendevasi oltre a una piastra la libbra, e perciò Seneca lo chiama pretiosam saniem, e Marziale numera rara e altrove lo preferisce alla muria fatta di tonno.
      Amphipolitaniy fateor, sum filia thynniy Essem si scombri, non tibi missa forem.
      Quelle parole essem si scombri secondo il mio intendimento, dinotano il garo più prezioso della muria. In altro luogo Marziale l'appella nobile:
      Ebria Bajano vene modo concha Lucrino Nobile nunc sitio luxuriosa garum*
      Petronio fa menzione d'un gran piatto, nelle coi quattro


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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