Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      degli antipasti e delle seconde mense 57 vitello tenero nelle seconde mense e Filoaseno poeta, nella descrizione cbe ne fa, generalmente nomina l1 arrosto di carne e specificatamente Ateneo i tordi e la lepre e la carne di porco arrostita lo stesso Filosseno. Pindaro similmente nei funesto convito del malvagissimo e crudelissimo Atreo fa portare in tavola le carni di Pelope al fin della cena , che vale a dire nella seconda mensa, quantunque gli interpretatori eziandio più dotti, scambiando dall' estremità della mensa all'estremità delle membra di Pelope, il sentimento dell' autore abbiano pervertito.
      Ed ecco, che io senza accorgermene mi sono inoltrato a favellare delle seconde mense, nelle quali non solamente, come avete udito, davano le frutte, ma si ancora V uova e gli arrosti di vitella di latte, di lepre, di oche, di tordi, e pesci altresì e gigotti e così fitte leccornie, delle quali parla distesamente Ateneo nel libro decimoquarto delle cene de'Savi. Euripide leggiadramente compara le seconde mense alle seconde cure. Queste sono più sagge delle prime e quello delle prime sono più gioconde e dilettevoli. Scrive Erodoto, che appresso de' Persiani l'imbandigione della cena era povera e scarsa, e doviziosissima quella della seconda mensa. Alessandro imperadore si dilettava sì fattamente dello frutte, che più volte faceva apporre le seconde mense. Elio-gabalo strabocchevolmente in ogni cosa lussuriante, in alcun giorno faceva apprestare la cena d'erbaggio, in altro di frutte, quando tutta di cibi dolci e melati, e quando di vivande fatte di latte. Imperciocché egli aveva credenzieri si esperti ed ammaestrati nelT arte di mar nipolare le cose dolci e i latticinj ; che tutte quante le vivande che i cuochi facevano di carne e di pesce e di tante e si diverse sorte di animali, questi con maravi-gliosa imitazione le facevano di lattee di mele; ed altresì i pomi tutti in mille guise contraffacevano. Non senza ragione dunque Virgilio queste soavissime vivande


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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