Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
80 lezione quintatÉssitori di ghirlande, che seco Dario conducea, avranno saputo molto bene accomodare e disporre i fiori in tante fogge, e con tante diverse intrecciature collegarli insieme, quante noi immaginar non sapremmo. Quei, cui costarono oltre centomila scudi ab Syrtio tosaria: o come altri leggono ab jEgyptoy ovvero a Pasto ro-sariaì dovette fare altro, che sparger poche rose sulla tavola, e far quattro intrecciature di fiori Molte co&c resterebbono cfei dire delle ghirlande, e degli unguenti; ma trattandone diffusamente Ateneo e Clemente Alessandrino, e parlandone spesso i poeti, non mi abuserò della vostra sofferenza. Le frutte parimente tutte divisarono Plinio ed Ateneo; onde non tedierowi di soverchio con favellarne lungamente; solo vi dirò, che in queste ancora, come io avviso , spendevano assai ; scrivendo Plinio, che le pesche costavano cinque lire T una : e 1 ricercarle ne'paesi lontani, e l'appetirle fuor di tempo, la spesa smoderatamente accresceva. Ohi desidera sapere quante stravaganti, e dispendiose maniere usassero gli antichi per conservare tutti i pomi, e mangiargli a' tempi non suoi, legga il capitolo decimosettimo del quindicesimo libro di Plinio. Di Gallieno dice Pollione: Uvas triennio servavit: hyeme mmma melones exhibuit: mustum quemadmodurrv+oto anno ha-beretur docuit: ficos viride» y et poma ex arboribua re-centia semper alienis mensibus prcebMt, Finisco coll'e» sempio di Cleopatra, la quale mostrò di quanta spesa esser dovessero le seconde mense, trangugiandosi stemperata in aceto quella famosissima perla, 1la quale du-gento cinquanta mila scudi valeva, o più come altra volta dicemmo. Vedete quanto a questa regina costò la seconda mensa.
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