Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
DELLA DISPOSIZIONE DBLLA CEKA ECC. 83 fvit: ita tamen ut pura mante Ha mitterentnr. Pura manteliaj come usiamo noi, non come allora usavano gli altri, che apparecchiavano con tovaglie più ricche, tslor di porpora, e talor di broccato d'oro. Sidonio per contrassegno di frugalità pone: Lectus rdl habens più-fjue, mensa nil purpuree : e Pollione scrive di Gallieno : Mantilibus aurei* semper stravit: e del medesimo Alessandro nota Lampridio, cho metteva la tovaglia : set-pius cocco elavata, aurata vero numquam, cum hcec tfeliogàbalus recepisset, et ante, ut quidam prcsdicant, Badrianus habuisset.
Messa la tovaglia portavano il pane in tavola nei canestri, o paniere, cosi da noi chiamate per esser de-stinate a portare il pane, come c'insegna Virgilio:
Cereremqut canistrisExpediunt: e avanti di lui Omero:
2-TOV SS épAJsu «aprrnvfcv t* xavtctm.
Le serve ne' canestri il pan por taro.
Similmente Ateneo, nel primo libro, fa porre in tavola il pane nelle canestre. Ma queste erano d' oro puro, come e in questo luogo e in altro il medesimo autore n'avverte. Ed Omero parimente nell' Ulissea :
h o' tttfipTJ TTpixàpO'.^l ìttTXt*»
«m di 991 Tifai xp^Ttia ^cavito*
Mense d' argento pon d1 avanti a loro,
E su le mense le canestre cf oro.
Ed ecco apparecchiata la tavola, e presti a mangiare i convitati Or qui si sedevano tutti in ordinanza i mi* nistri* Altri che con ordine ed avvenenza e leggiadria
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Lectus Pollione Gallieno Mantilibus Alessandro Lampridio Badrianus Virgilio Omero AJsu Ateneo Omero Ulissea TJ TTpixàpO Tifai Ttia
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