Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      86 lezione settimae scompartirgli secondo 1* età, secondo le nazioni, secondo le chiome o lisce o nociute. Sant* Ambrogio l0 ci addita : Cum epulis dividendi* aaaialunt pueri coma nitentes ex gente ba/rbarica ad hoa usua electi per ain+ gularum distincli oe ta tieni vieta. E Virgilio :
      Totidemque pare$ celate ministri.
      E più diyisatamente Seneca : Transeo agmina exoleiorutn per nationes, coloresque deacripta ; ut eadem omnibus f®. vita* sii ; eadem prima msnsura lanugini* ; eadem apectet capillorum, ne quis cui rectior est coma crispulis misceatur. Vedete che smoderata esquisitezza e scrupolosissima sottigliezza era mai questa. Tralascio di dire delle donne, che talvolta ancor esse ministravano.
      Resta da dire alcuna cosa degli scalchi, l'arte dei quali era in gran pregio, e di gran maestrìa riputata. In una delle regioni di Roma, detta Iside e Moneta, vi era la strada degli scalchi, ove s'insegnava l1 arte del trinciare su gli animali di legno fatti a posta. Laonde Giovenale, nell'undecima satira:
      &d nec structor srit, cui cadere debeat omnia Pergula, discipulus Trypheri doctori*.
      E dopo aver nominato gli animali che insegnava a trinciare questo gran dottore in cotal arte, soggiugne:
      Bebeli lautissima ferro Caditur, et tota sonai utmea cana Suburra.
      E Seneca: Cum videam quanta arte seindantur aves in frusta non enormia ; ed altrove: Aliu* pretiosas ave* scin-dii : pectus et clunes certis ductibus circumferenst eruditam inanwm in frusta excutit Infelice qui kinc uni rei vivii, ut altilia decenter secet : nwi quod miserior est, gut volup-


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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Ambrogio Cum Virgilio Seneca Transeo Roma Iside Moneta Giovenale Pergula Trypheri Caditur Suburra Seneca Cum Aliu Infelice