Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      106 lezione notsae d^, scherzo imbrattò di micidial veleno le foglie dei fiori, ond* era composta la corona che mise in capo ad Antonio ; e dopo averlo fatto cioncare, e ricioncare, in-vitollo a bere le corone. Egli sopraffatto dalla letizia del vino e tratto dall' amore della regina, ratto s' apprese a spicciolare i fiori nel nappo del vino, che già era apprestato, ed attaccovvi la bocca. Aìlora la regina, strappatogliele di mano, rimproverogli lo stolto accorgimento, per la vana diligenza che usava , facendo far saggio si delle vivande, come delle bevande. Quindi per mostrargli quanto agevol cosa le fosse 1' avvelenarlo quando avesse avuto questa rea intenzione, fece condurre^un condannato, il quale bevuto che ebbe quel nappo, tosto cadde tramortito, e trapassò.
      Per molte ragioni s* incoronavano ne' conviti, per rendersi più grati agli Iddìi, siccome s'incoronavano sa-crificando : per mantener fresca la testa, e difenderla dal calore del vino : e massimamente per prender più d' allegrezza, e la gravezza de' pensieri sgombrare, e le noiose cure, e render il convito più lieto e delizioso. Perciocché osserva Ateneo, che ne1 tristi avvenimenti gli antichi e si radevano i capelli, e le corone via gittavano. Laonde per accrescere maggiormente la giocondità e la letizia' del convito, non solamente al capo ed alle tempie, ma sì ancora al collo, alle braccia, al petto ove il cuore sta collocato, le corone imponevano* Erano dunque le corone di gioia e di letizia prò-ducitrici, e non segnali d'ubbriachezza, come alcuni dottissimi uomini reputarono, e nell' antiche memorie ammaestratissimi ; credendo che solamente al capo delli ubbriachi s' avvolgessero. Primieramente davansi le corone al principio della cena, o delle seconde mense per lo più, quando i bevitori non erano ancora riscaldati dal vino, come prova Ateneo? Inoltre Marziale ove dice :
      Sextantes, Cai liste, dtios infunde Falerni.


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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Antonio Iddìi Ateneo Ateneo Marziale Cai Falerni Primieramente