Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
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lezione notsaUmbratus dux ipsa rosis, et marcidus ibat Unguentis, crudusque cibo, titubansque Lycso.
Di Polmone racconta Laerzio, che entrò nella Scuola di Senocrate tofi^cwijAÉvo; *au jjlìOuwv : coronato e briaco ; e del medesimo scrive Orazio:
potus ut ille Dici tur ex collo furtim carpsisse coronas: Postquam est impransi correptus voce magistri.
Plauto nelT Anfitrione:
Capiam coronavi mi in caput: assimulabo med' esse ebrium.
Il medesimo Plauto nel Pseudolo:
quid video ego f Cum corona ebrium Pseudolum tuum.
Si debbe però osservare, che nessuno di questi era a tavola, ove si conveniva aver la corona : ma passeggiavano per la città colla corona in testa, e la portavano tuttavia, comecché fosse terminato il concito : onde davano manifesto segno d'ebbrietà. A proposito soggiugne Plauto:
QtwE isthcec audacia est, te sic i/iterdiu cum corolla Ebrium incedere fOvidio gli rappresenta briacbi quando ballano, o cantano i rispetti alla porta AelT amica coronati di rose : e ne apporta la ragione nel libro V de1 Fasti:
Nulla coronata peraguntur seria fronte, Nec liquida vinctis fiore bibuntur aquce.
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