Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
dell'uso de' brindisi e delle corone 111 rone dovea essere incoronato ancora il bicchiere. 01 tra gli altri apertissimamente il greco scrittore delle fatiche della campagna, nel capitolo decirnoquarto del libro sesto, ove scrive cosi: attorniare il collo de'vasi con corona di puleggia, o di nepitella, o di regamo. E Tertulliano, nel trattato della resurrezione della carne: Calix he ne »ibi conscius, et de diligentia ministri commendatur, de coroni* quoque potatoris sui ino-rabitur, aut aspergine florum honorabitur La parola iiiQrabitw, fatta di pianta, dar Tertulliano, significa circondare di corona 1' orlo e le labbra del bicchiere; le quali da Latini alcune volte si nominano orrc, come da Lucrezio :
prius oras pocula circumGontingunt mellis dulci? jìavoqne liquore.
Sono altresì degiie d' osservazione le parole seguenti ; aut aspergitie forum honorabitur ; le quali accennano quel costume di stritolare e spicciolare i fiori nel vino, additato altrove dal medesimo Tertulliano nel trattato della Corona, dove scrive de'fiori: Tarn vero, et in si-num con de} *i tanta muvditia est ; in lectulum sparge, si tanta mollitia est : tv poculum creie, si tanta inno-centia est: e da Ateneo, nel fatto da noi testé rapportato d' Antonio, cui sfidò Cleopatra a ber le corone de'fiori: e da. Latino Pacato nel panegirico di Teodosio: Nam delicati illif oc Jìuentes, et quales smpe tulit Respuhlica, parum se lautos putabant, nisi luxu-ria vertisset anvum, nisi hy berme poculis rosee inna-tassent, nisi mstivam in gemmis capacibus glaciem Falerna fregissent.
Egli è ben vero, che appresso Omero solamente si legge il costume d'empiere in giro le tazze, ed inghirlandarle di vino soperchiane Torlo delle medesime: e non mai, per quanto io avviso, vion descritta l'usanza
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Tertulliano Calix Qrabitw Tertulliano Latini Lucrezio Tertulliano Corona Tarn Ateneo Antonio Cleopatra Pacato Teodosio Nam Jìuentes Respuhlica Falerna Omero Torlo
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