8
I-A DIVINA COMMEDIA
CANTO IV.
Dante è tormentato da due dubbi e senza ch'egli li esponga, Beatrice ne {penetra il segr.cto. Il primo dubbio è sulla benemerenza scemata dalla forzata inadempienza del voto; il secondo è sulla sentenza platonica del ritorno delle anime alle , stelle. Beatrice comincia col risolvere il secondo dubbio eh'è il più pericoloso. « Tutte le più elette creature angeliche, hanno le loro sedi in quello stesso cielo, in cui sono testé apparsi gli spiriti votivi della Luna, e tutti sono eterni e tutti si trovano nell'empireo ; soltanto, tutte le anime si fanno parventi di cielo in cielo; e gli spiriti votivi mancanti sono apparsi nel cielo più basso per significare il grado inferiore di beatitudine celeste. Questo artificio è necessario per la natura umana che percepisce sempre coi sensi prima di percepire coll'in-telletto. Ed h perciò che la Scrittura presta spesso forme corporee all'idea pura e all'ente metafisico. Platone invece esprimendo nel « Timeo » la sopraddetta opinione pare che usi le parole nel significato non già allegorico ma letterale. Che se invece il tornare dell'anima alle, stelle deve avere nello stesso Platone un senso traslato, se cioè il filosofo intende che alle stelle devano riferirsi gli influssi buoni o cattivi degli animi, allora forse egli ha qualche r.-igione. Ma il suo principio inteso in senso rigorosamente letterale, è stato causa di gravi errori.
Risolto così il secondo dubbio. Beatrice vuole sgombrare dall'anima di Dante anche il primo ch'è meno pericoloso. « Se la libera volontà non si contrappone interamente alla violenza che la coarta, ell.n