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I-A DIVINA COMMEDIA
accorgimenti degli umani ; poi gli risponde riguardo alla natura del voto. « Il dono più grande, più conforme alla bontà divina, più apprezzato da Dio stesso, è il libero aibitrio, dato alle creature intelligenti. Ora il voto, che da questo arbitrio procede, e che si palesa per un atto dell'arbitrio stesso, quando Dio assente ai patto, virtualmente non potrebbe trovare compenso alcuno: tanto prezioso è il tesoro che mediante il voto, si offre in olocausto. Però, siccome in pratica la Chiesa concede la dispensa dai voti, è necessario qualche altro chiarimento per risolvere 1' apparente contraddizione. A questo voto, che si risolve nel sacrificio dell'arbitrio, appartengono due elementi: la materia e la relazione di convenzione con Dio. Questo secondo elemento è incancellabile, come già prima si è affermato: ed ecco perchè presso gli Ebrei l'offerta era necessaria, quantunque fosse in certi casi lecita la permutazione. Il primo elemento, cioè la materia, è convertibile, ma non secondo il capriccioso criterio di chi ha contratto il voto, sibbene secondo l'autorità della Chiesa; e la nuova materia deve sempre essere più conspicua dell'antica.
« Di qui la grande importanza che gli uomini dovrebbero annettere al voto e le cautele ai cui dovrebbero circondare questo atto, per non trovarsi nel caso di Iepte e di Agamennone che meglio avrebbero fatto a confessare il loro torto non adempiendo un voto il quale vincolava l'arbitrio altrui, anziché suscitare mali così gravi per adempierlo. »
Di qui Beatrice trae argomento per raccomandare grande cautela ai Cristiani in tanto delicato remeggio dello spirito.