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   I-A DIVINA COMMEDIA
   generata. Questa natura, in quanto creata da Dio, era stata buona e pura; ma per se stessa si era allontanata dalla via dell'Eterno Vero. Onde la crocifissione, mi surata rispetto alla natura umana, fu pena supremamente giusta ; ma, misurata alla persona, che quella natura contrasse, fu ingiuria solenne; quindi soddisfece a un tempo e Dio e i Giudei, fece tremare la terra e schiudere il cielo; e fu perciò in certo modo una giusta vendetta. » Appena risolto questo dubbio, Beatrice vede che la mente del poeta ondeggia nel pensare perchè mai Dio abbia scelto proprio quella via e non un'altra, per Ja redenzione del genere umano; e si risolve a toccare il delicatissimo dogma per dileguare la tenebra dall'animo di Dante. « Tutti gli esseri, creati immediatamente da Dio, sono incorruttibili, sono liberi e sono somiglianti alla divinità. Di questi requisiti è privilegiata la natura umana; e se uno solo manca in essa, vien meno la sua alta nobiltà. Solo il peccato può guastare questa sua condizione privilegiata. Ora la natura umana, allorché commise il peccato, fu esclusa da tutti questi privilegi ; nè questi potevano ricuperarsi se non per uno di questi due tramiti: o che Dio perdonasse per sua clemenza; o che l'uomo ristorasse la sua colpa. Il secondo tramite era escluso, poiché l'uomo non poteva tanto abbassarsi coll'umile ubbidienza quanto si era innalzato colla superba disubbidienza ; quindi solamente Dio poteva redimere l'uomo o con la sola misericordia o con entrambe le sue vie, misericordia e giustizia. A Dio piacque appunto (e cosi il beneficio fu delicatissimo perchè rivelò tutta l'anima del benefattore) procedere per tutte e due le vie; fu la misericordia che spinse il Figlio di Dio a