IL PARADISO
Dio tutto quel lume di scienza ch'è consentito alla natura umana; epperò ti produce gran meraviglia l'espressione da me usata a proposito della quinta luce: « che a veder tanto non surse il secondo ». Ora sta bene attento ; e vedrai che fra le mie parole e questa tua giusta credenza non c'è contraddizione alcuna. Le creature incorruttibili e le creature mortali sono tutte un raggio dell'Idea generata da Dio; il Verbo divino viene a manifestarsi come in altrettanti specchi, in nuove sussistenze, e per mezzo di queste, discende fino alle creature inferiori, decrescendo sempre in attività fino a crear soltanto cose corruttibili. La materia e la virtù informatrice delle cose non sono sempre ad un modo; epperò sotto il sigillo dell'idea divina la sostanza risplende in diversa misura. Ciò spiega la diversità delle indoli, con cui gli uomini nascono. Se la materia fosse tirata nella maggior perfezione e se le intelligenze motrici agissero colla miglior pienezza, le cose.create risplenderebbero di tutta la luce dell'archetipo ideale; ma la natura, strumento della creazione, dà sempre imperfetta questa luce del suggello. È soltanto nell'opera di creazione immediata che le cose sono perfette; come avvenpe per la terra di che fu formato il corpo di Adamo e per la concezione nel seno della Vergine.
a E tu in questo senso hai ben ragione di ritenere perfetta la sapienza di Adamo e di Cristo. Però tu avresti dovuto capire che io nella mia frase a proposito della quinta luce non volevo parlare nè di lina sapienza metafisica, nè dialettica, nè geometrica; ma accennavo — in conformità di ciò che Salomone stesso aveva domandato a Dio — alla sapienza dello statista, al