'H8 LA DIVINA COMMEDIA
lode a Cristo. Il tripudio d'armonia e di luce affascina tanto Dante, che quasi a quella contemplazione egli pospone ogni altro spettacolo, al punto da metter forse in seconda linea l'altissima visione degli occhi di Beatrice. Ma di questa audacia il poeta si scusa ricordando ch'egli mentre guardava la crescente bellezza dei Cieli, non si era ancor rivolto agli occhi della donna sua.
CANTO XV.
Il canto dei beati si tace per infondere in Dante la voglia di manifestare liberamente i suoi desideri; e, simile a repentino guizzo di luce attraverso ai sereni tranquilli e puri, scende dal corno destro della croce uno dei lumi più fulgenti, muovendosi per entro il raggio come un fuoco dietro a un alabastro; e saluta con tenero affetto il poeta, in cui ravvisa un discendente, e s'allegra della grazia divina così luminosamente concessa al mistico pellegrino. Dante volge gli occhi dallo spirito a Beatrice e la vede transfigurata di bellezza e di bagliore. Intanto la luce, dopo il primo saluto, aggiunge cose profonde che trascendono l'intendimento umano. TI poeta incomincia a intendere il senso del discorso quando il beato, benedicendo la Divinità, tanto cortese al suo sangue, gli effonde la sua gra-.ide soddisfazione di veder adempito un desiderio già concepito dalla lettura nel gran libro della prescienza ]el resto legge in lui : la voglia cioè, ben viva in Dante, di aver notizie di quella luce e della letizia straordinaria che la irradia. Dante, ottenuto da