Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      Deestrumento; sguardi densi di pensiero che hanno virtù di far intendere quel solo che vogliono ». Il paragone elegante è anche vero. Se non che la dama elegante a lungo andare perdette son charme profond et originai e tutta Yéloquence restò limitata alla toilette. In altri termini l'eccesso dell'estetica diventò manifesto vizio; l'armonia do' suoni, bamboleggiamento. Tale scuola si ripercosse dovunque con qualche lode come ogni cosa che vien di Parigi e specialmente influì sull'arte poetica italiana della fine del secolo XIX con un numero inverosimile di poeti imitatori e stillanti melassa e spargenti luccicori di lumaca da per tutto. Fra questa bassa folla di decadenti e di esteti in mala copia, mascheranti co' suoni il povero pensiero, titano solitario, G. Carducci sta custode del genio italico. , Decadente vale anche, nel gergo elegante e giornalistico, raffinato.
      Decampare : neologismo e metafora nel tempo stesso assai comune. Décamper in francese = levare il campo, sloggiare. Es. Armce obligée de décamper, e familiarmente = s'enfuir. Ma non ha, che io sappia, il senso metaforico in cui noi l'usiamo di recedere dalle proprie opinioni.
      Décavè : voce usata nel linguaggio del giuoco. Cave, lat. cavus, vuol dire in francese, oltre che cantina, anche la posta del giuoco, cioè quanto ciascun giocatore si propone di arrischiare. Décavé è colui che ha perduto la sua cave. Quindi in francese le frasi : décaver un joneiir, étre décavé, perdre tonte sa cave. Sbancare e sbancato vi rispondono, ma solo in parte giacché si riferiscono a chi tiene banco: e anche qui il francese ha la fortuna della unica parola nota ed efficace. Trovo anche il neol. astratto décavage.
      Deceduto : per morto, fr. decèdè.
      Decesso: per morte ricorda il francese décès, dal verbo déeéder (latino decèdere ¦=. andarsene) mourir de mort nature/le. Voce dell'uso, specie negli uffici. « Latinismo inutile » lo dice il Rigutini, cioè latinismo, gallicismo e voce burocratica insieme, il che è di non poche parole. Decidere e decisione: V. Deciso:
      Decisamente: nel senso di certamente con inclusa l'idea di risolutezza e con-
      clusione, risponde, secondo i puristi, al décidément dei francesi.
      Deciso : per risoluto, fermo, pronto, non può usarsi secondo il Tommaseo, il Fanfani ed il Rigutini giacché la cosa non la persona è decisa. Vero è che noi usiamo deciso alla maniera francese : dé-cidé — ferme, invariable, résolu. Anche decidersi' per risolversi, determinarsi. spiace ai puristi e por la ragione etimologica (de-cidere — tagliare, onde ben detto decidere una lite, quasi tagliarla) e perchè conforme al francese décider : lo stesso dicasi di decisione per risoluzione. Voci d'uso presso che popolari.
      Declinare: letteralmente vuol dire volgere in basso od è verbo usato dai francesi in più ampio senso che non in italiano. In francese si dice appunto décliner un honneur, décliner son nom. Tanto l'una come l'altra locuzione sono in molto uso presso di noi e sono da' puristi riprese. Avvertasi tuttavia che declinare ebbe nell'uso antico valore di scansare, onde la locuzione declinare un onore, un ufficio potrebbe, volendo, trovar buona difesa. Ma il declinare (dire) il nome è di quei gallicismi che non vanno più. Credo lo avvertano anche nelle scuole.
      Décolletage: astratto di décolleté. Vedi questa parola.
      Décolleté : abito décolleté, una signora tutta décolletée, etc.} è voce prevalente alla nostra che vi corrisponde, lo scollato. La quale vedasi come ben suona in questo classico esempio : « L'abito di queste donne era di raso, a superbi e lascivi ricami d*oro, con ornamento, intorno al loro scollato, d'oro e ricco di gioie». E così dicesi anche scollatura: «Mostrava il candido petto, del quale, mercè del vestimento cortese nella sua scollatura, gran parte se ne apriva a' riguardanti ». Ma ormai la voce francese è di assoluto dominio e le parole italiane non trovano accoglienza che negli scritti letterari.
      Decorativo : dicesi talora con intenzione arguta e satirica di persona che, pur valendo poco, ha molta prestanza, dignità e parvenza così che, per il fatto che l'essere è vinto dal parere, dà decoro all'ufficio o alla parte che deve sostenere.


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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