Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      Div
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      DivDivette : lo artiste di calìe-concerto non sono dive, ma semplicemente divett.es cioè divinità di ordine inferiore. Traducesi anche in divetta. V. dico e Y. chanteuse.
      Divide et impera : dividi e regna! motto latino attribuito a molti potenti; da Filippo di Macedonia che, dividendo e corrompendo, cioè impedendo il fascio delle forze comuni, domò la Grecia, a Luigi XI di Francia che fondò la forza monarchica sul vinto feudalismo. Se non motto, consiglio e pratica costante di Casa d'Austria:
      E quest'odio che mai non avvicina Il popolo lombardo all'alemanno, Giova a chi regna dividendo e teme Popoli avversi affratellati insieme.
      Dividere: idee, gioie, dolori, etc. è dal Fanfani e dal Rigutini ripreso come goffa imitazione del verbo partager de' francesi. La lunga dissertazione del Fanfani è persuasiva senza dubbio ; ma sta il fatto che questa locuzione è entrata nell'uso e a stento si distinguo dallo buone: io partecipo, prendo parte al tuo dolore, io sono della tua opinione, etc.
      Divisione delle parole : una consonante fra due vocali fa sillaba con la seconda, come o-no-rc; eccetto le parole composte che si dividono nelle loro componenti, come mal-agevole, dis-inganno, tras-met-terc. Di duo consonanti eguali l'una fa sillaba con la precedente vocale, l'altra con la seguente, come ac-cet-tò. F e qualunque consonante muta, trovandosi innanzi a liquida, si unisce alla vocale seguente, come ca-fro, a-cre, ve-tro, de-gno, etc. : in ogni altro caso due consonanti diverse si scompagnano e si fa ven-to, al-to, er-to, acqua, etc. Non sombra lecito disgiungere una consonante apostrofata dalla vocale seguente benché su tale quistione una riforma sarebbe dosiderata. A questo proposito mi piace anzi riforiro l'opinione di F. d'Ovidio in un'avvortenza proposta al suo recente volumo Ricordi ed Affetti: «Non operò un orror tipografico, o ad ogni modo non è imputabile alla tipografia, l'uso di parole apostrofato in fin di riga. Ho voluto proprio romperla con una norma ortografica così arbitraria o grotta, sposso dannosa allo stilo o finaneo alla grammatica. Il bel fondamento cho i grammatici lo diedoro è
      cho in fin di riga la parola apostrofata resta impronunziabile di per sè stessa, e costringe il lettoro a guardare anticipatamente il principio della riga seguente. Non badarono cho ciò avviene del pari quando si spezza got-ta, goc-cia, ap-porre q così via; e che un rimedio bon peggiore è il costringersi a scrivere all' occorrenza : Di altro lato, una mano lava la altra, metter barriere tra la Italia e l'Italia, in quattro e quattro otto, di amore e d'accordo o d'amore e di accordo, e simili altre goffaggini. Sarebbe tempo di smetterla ; e, in cambio di tante innovazioni o rievocazioni ortografiche (Y. ciò che è detto a pag. 32-33) tutt'altro che lodevoli, spazzar via corte norme pedantesche che non hanno nè babbo nè mamma, o meglio, han por babbo un sofisma, per mamma la-cieca abitudine, e per balia la paura di parer ignoranti trasgredendolo ». Non si pensi del resto che ciò sia una novità : il Bodoni, stampatore sommo, con la maggior libertà termina le righe con le preposizioni articolate all', de', dell', anche dove avrebbe potuto farne a meno. Se la riga è lunga, si cerchi di dividere la parola in modo che resti una vocale sola in principio o in fine, come a-nello, pendì-o. La s sì unisce per regola generale alla sillaba che segue. Non si dividono i dittonghi, i trittonghi, etc. ; ma si deve scrivere ruo-lo, fi-gliuo-lo, etc. Non si dividono i numeri.
      Diva: V. Divo.
      Divo : lat. divus (deus), divino. Ma dicesi talora con certo senso di ironica facezia di porsona notoria o celebre la quale, all'aspetto, al contegno e allo parole dimostri essere conscio di troppo*del suo valore e della sua notorietà. , Diva poi dicesi, e non sempre por ischerzo, di can-tatrice'celebre. , Diva è ancho in francoso: « mot empruntó do l'italion où il signifio divine et dont on se sert quolquofois on parlant dex oxcollentes cnntatrices ». 1 francosi poi no hanno fatto dirette, voco del gergo. Yedi quosta parola.
      Divorante: por eccessivo. Es.: « un'attività divoranto », ricorda l'uso traslato dol francoso dévorant.
      Divorzista : dieosi di persona favorevole


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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