Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di
soALONI SOLARI — AMALFI (TARI' DI)
unti della Germanie mettono gii in commercio prodotti colorati mediante l'alizarina artificiale.
ALOXl SOLARI (metter.). - Gli aloni solari
queste belle meteore ottiche
furono molto frequenti nell'anno 1870; essi
come per ordinario suole avvenire
furono piò splendidi e piò copiosi nei giorni prossimi alle apparizioni delle aurore boreali.
Invero
nello stesso giorno 3 gennajo
nel quale ebbe luogo la prima aurora polare del 1870(nedi Aurore polari)
uno splendidissimo alone solare con parelio Ri visto a poca distanza da Volpeglino
a Loano presso Albenga
la cui posizione geografica si è
Ut. boreale = 44" 7' 30" ; long. 0> 2' 18" est da Torino.
Ad lh 5" pom. (tempo medio di Torino)
mentre gruppi di vapore diffuso velavano il cielo a mezzodì ed a levante
alcuni di essi poco per volta divennero piò luminosi
ed apparve un bel parelio
il qnale si univa col sole per mezzo di un raggio di luce orizzontale. Il parelio era a contorni sfumati di luce iridescente e pari in intensili a quello delia luna piena ; da esso partiva l'arco dell'alone
il quale però era incompleto e non giungeva sino allo zenit.
Il piA bello dell'apparizione fu un magnifico arco dai co< lori dell'iride
il quale apparve subito dopo presso lo zenit eolla convessità rivolta verso il Sole. Il suo raggio era di circa 23* e si estendeva d'ogni intorno per circa 30°: il color violetto trovavaii nella parte concava
il rosso verso la parte convessa. Poco appresso
piò vicino al Sole
apparve nn secondo arco piò sbiadito e disposto come il primo
ma coi colori fa senso inverso. La sua distanza dall'astro centrsle era uguale a quella del parelio
di guisa che esso sarebbe rimasto tangente alla corona dell'alone solare
se questo si fosse prolungala sino a quel punto. Il massimo d'intensità avvenne alle ore 1
11 min. Ad 17" cominciò sparire l'Iride secondaria
ad l* 24- la principale
ed a lb 26- il parelio
il quale durò per circa 22 minuti. Mentre la meteora svaniva
si dissipavano ancora le nebulosità che ingombravano il cielo nel luogo dell'apparizione. Presso a poco alla slessa ora
cioè ad 1» pom. (tempo medio di Torino) a Moncalieri. che trovasi al nord-ovest di Loano
il cielo si mostrò coperto in gran parte da sottilissime e candide nubi filiformi
ie quali s'inalzavano fin oltre lo zenit
partendo come altrettanti raggi da un arco avente circi 15' di corda e collocalo al snd-est
quasi nella posizione a cui corrisponde la città di Albenga.
Tutti questi fatti sono di un grande interesse per la scienza
perocché confermano le nuove viste teoriche intorno alla natura di cosi ratte meteore. Essi infiliti addimostrane che l'aurora polare
osservata la sera in queste regioni
si é prodotta nelle stesse circostanze in cui si formarono e l'alone di Loano ed i numerosi cirri di Moncalieri
e che per conseguenza essa dovette derivare dalla stessa eausa
cioè dalla presenza dei ghiaccinoli che in gran copia dovevano trovarsi in quel giorno nella nostra atmosfera.
Ciò resta confermato dall'osservare che precisamente nell'ora in cui cominciavano i descritti fenomeni
cioè tra mezzodì a le3 pom.
il vento superiore
che fino a quel momento era stato di sud
cambiò direzione
si diresse al nord; il che venne eziandio confermato dal prof. Bruno di Mondovl. Il raffreddamento cagionato da questa corrente polare dovette senza meno congelare una gran quantità dei vapori che ci avevano arrecalo i «enti umidi di sud.
Dalle stazioni della nostra penisola ci sono pervenute le seguenti notizie :
Ad Aosta si osservarono quattro aloni solari
uno dalle Hh 30- ant. alle 12>> 30- pom. del 3
un altro il giorno 20
e gli altri apparvi ro nel 21
il primo dalla 2h 45- alle 3h 30- pom.
ii secondo dalle 5* 45- alle 6k 30" pom. E quest'ultimo fu il'pid bello e il piò compiuto di lutti
ed era fregisto di parelio.
Il cerchio dell'alone aveva un diametro di circa 23°. Nelli stessa stazione
il giorno 9
alle 8i> 30- pom.
fu pure visto un alone lunare.
A Parma
nel pomeriggio del 26
apparve un magnifico alone solare con dae parelii assai distinti e con tulli i colori dell'iride. L'alone era attraversato ds due belle striscio di luce bianca che formavano come una croce.
A Perugia si osservò
al mezzodì dell'8
un alone solare
e nella slessa sera del 10 un alone lunare.
Tre aloni solari furono visti ad Aosta nel mese di maggio dal P. Volante
professore In quel liceo. Il primo si osservò il 13. dalle ore 7 aile ore 8 <5- antim. secondo Tu visto il 14 dello stesse mese
da mezzodì a ore 0
15- pom. Nessnno dei due era fregiato di parelio. Il terzo sione
assai piò bello dei due precedenti
apparve nella stazione stessa dalle 2' 30- alle 3" 15- pom. del giorno 15. Esso era formato da un cerchio principale iridescente
col rosso nella parte interna
e da un sren secondario mollo piò ampio tangente al medesimo e colla convessità rivolta dalla stessa psrle. Verso la sinistra di quest'arco trovavasi un parelio formato da un globo luminoso che terminava con leggiera sfumatura a Torma di cono
col vertice rivolto esternamente all'arco medesimo.
Il lettore vedri in seguilo (vedi A mone polari) che nei giorni in cni avvennero le descritte meteore ottiche vi fu anche frequenza di aurore polari. Di qui nasce una nnova analogia tra questi fenomeni
e nuove conferme sulla natnra ed origine dei medesimi (vedi Acrori polari)
AMALFI (tarI di) (muniiai.). —Celebra ti siima moneta
la quale De* secoli di mezzo era coniaU nella cilli di Amalfi
ed era tenuta in tanto pregio
ehe aveva corso in lutti i paesi ove gli Amalfitani trafficavano
anzi in molti Inaghi spesso si conveniva doversi da' debitori con quella moneta soddisfare le loro obbligazioni
e con essa erano comminale le pene pecuniarie
come appare da un numero isfinito di antichi documenti e dalle consuetudini delle cittì di Napoli e di Sorrento. Quando poi l'imperatore Federico II abolì tutte le antiche monete e dispose che soltanto corressero qnelle battute nelle zecche da lui indiente
i Uri di AmalA non furono più ia commercio e divennoro una moneta nominale
il cni valore doveva essere ragguagliato alte nuove monete. Grande contraddizione è stata sempre tra gli eruditi intorno al loro valore
non meno ehe al metallo ond'erano formati
ma ogni disputa sopra questo subbietto è terminata dopo le ricerche làUe dall'illustre napolitano Luigi Volpicella. É ormai eerto che II peso del uri amalfitano era di venu acini
per modo che 360 Uri pesavano nna libbra
ed è pur certo ebe nna libbra di que' Uri era formaU di cioque once di puro oro
di altre cinqne once di argento paro e di dne once di lega. In quanto poi al suo valore in relazione con la moneta che correva nel regno di Napoli dopo la sua abolizione
esso fu vario secondo i tempi ed i luoghi. In Amalfi nel 1274 gli si attribuiva il valore di 12 grana
ossia di tre quinti del uri d'oro di Sicilia
Frequenti furono gli aloni soUri e lunari osservali nel ¦ dopo non guari in altri luoghi era esso valuUto per 12 grana mesa di aprile aia nel nord d'Italia come io altre ragionile mezzo
e nel principio del secolo xiv in Sorrento ed anched'Europa.
I altrove veniva ritenuto per 13 grana ed un terzo.
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