Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di

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      ANTIER BENIAMINO - ANTONOMO DEL PERO E DEL MELO_41
      lora è lunga circi 3 millimetri totalmente bianca meno la sui lesta ebe è nera tonda ed armata di due denti. Denti la gemma ammortita e vuotata all'Interno essa subisce metamorfosi e finalmente ne esce fuori facendo un foro D'invoglio esterno della gemma ebe fino a quel momento aveva lascialo intatto. In quest'ultimo stalo l'insetto è lungo circa 4 millimetri non compreso il rostro ebe misura 3 millimetri ed è nero : il colore dominante del corpo è il ferruginoso bruno ; le antenne sono nerastre e la lesta nera eon piccola linea bianca superiormente la quale si estende fin sopra il corsaletto e lo scudo; le elitre sono striale longitudinalmente un po' pili larghe e circa due volte più lunghe del corsaletto ; sono traversale ai due terzi di loro lunghezza da fascia bianca contornata di nero ed hanno l'estremiti iccbiala di bianco ; zampe di colore ferruginoso alla base delle coseie e ferruginoso-nerastre nel reslo. Per prevenire in nuovo sviluppo di questi inselli dannosi per l'aono suc-:essivo conviene staccare tulli i bocci seccati ed abbruciarli ill'istante.
      L'anlonomo del melo (enlAonomiu pomorum Scoen) ha i medesimi costumi di quello del pero presso a poco della stessi dimensione e lo assomiglia in modo da essere con esso scambiato quando é allo stalo di larva. Allo stalo perfetto pure lo assomiglia molto ma non in lutto. Esso infatti è bruno-nerastro coperto da finissima peluria bigii assai corta e serrala ; le elitre striale longitudinalmente sono ferruginose con macchia obliqua bianca contornala di nero slla parte posteriore ; lo scudetto è puramente bianco e le impe nerastre.
      Secondo gli autori pare che l'antonomo del melo nonché l'altro del pero vivano allo slato perfetto tutta l'estate e l'au-quindi passino l'inverno assiderati sotto i muschi le foglie e simili per poi uscirne ai primi di marzo e provvedere alla riproduzione della loro specie nel modo suindicato. È ipinione che questi due inselli si allontanino poco dal luogo ive nascono potendosi desumere ciò dalle seguenti osserva-:ioni. Tutti gli anni accadde al Dei di vedere dei bocci di pero seccali per causa dell'aolonomo. Negli anni 1864 e 65 li raccolsero diligenlemenle e mollo per tempo tulle le gemme da fiori seccate in tutti i peri che esistevano io un piccolo orto e giardino in Siena che il Dei fa coltivare per conto suo ; ebbene da quell'epoca fino al giorno d'oggi non ide più un sol boccio di quei peri stuccato dall'autonomo; mentre i peri degli altri orli di proprietà sia del Dei che di altri possidenti tenuti in affitto o a mezzadria poco curati perciò dagli ortolani e che si trovano nella medesima parte della atessa città ne sono quando più quando pure tutti gli anni attaccati. Di più ancora : nel marzo del 1868 il Dei acquistava a Firenze alcuni meli nani invaso. Quando nell'aprile cominciarono a fiorire osservò che vsrii bocci erano rimasti indietro e come abortiti; esaminatili meglio si accorse che erano secchi e che la causa ne era stata l'antonomo poiché sfogliandoli trovò nel loro interno il vuoto fatto coi rispettivi escrementi. Disgraziatamente era troppo tardi né potè distruggere neppure una lana. Non aveva mai trovato l'antonomo del melo negli irti di Siena né in quelli fuori presso le sue mura urbane. Ciò non ostante nel marzo del 69 trovò nuovamente aliaceli dall'anlonomo i detti meli nani oltre un altro melo di ilio fusto che ivi presso già da varii anni esisteva. Raccolse i tutti indistintamente bruciò i bocci avariati e nel 1870 più lon vide il benché minimo segno di anlonomo del melo ni vi né altrove. Il Dei credè utile far noli questi falli per per-saadere coll'esperienza i pomieuliori ad essere attenti fra il. VI. 6
      Giancarlo di Negro spesso accoglievalo in compagnia de' più belli ingegni italiani nella sua deliziosa villetta a letterario convegno perché era avuto in pregio non meoo per le cognizioni che per le virtù che a buon sacerdote si addicono.
      ANTIER Beniamino (toojr.). — Scrittore drammatica nato a Parigi il 21 marzn 1787; quivi defunto alio scorcio di aprile del 1870. Studiò in patria poi servi nell'esercito e tornati i Borboni si diede alla letteratura scrivendo brevi articoli per i diarii e mostrandosi al teatro eoll'//oòi( dt Cour (1818) burletta divulgata col suo nome di Benjamin ebe serbò poi meglio di vent'anni come pseudonimo. Compose da solo o in compagnia più di ottanta produzioni diverse fra quali sovrabbondano i drammi. Nolansi fra' suoi : Le mirile de» (emmei (1824) commedia in un allo ali'O-deone; La Uvette de la (orti (1828); L'bltndait (1831) dall'inglese; Lei Beignels à la Cour (1835) una delle migliori del Palais-Royal ; Le ehien du Moni Saint-Bernard (1838) melodramma a grande spettacolo pel Circo; Le Mannequin du prince (1845) ed altri. Profondo conoscitore dell'effetto scenico ed uso da Innganni al teatro seppe spesso destare il pianto più spesso l'ilarità. Nelle sue burlette sono notissime: Montieur de Guignon (1821) ; La lanterne lourdi (l 823) ; Le qaartier du Tempie e Le Grenier du poete (1824); Le point dhonneur (1825); La reint d'un jour (1836); Pierre le Rouge (id.) ; Le* kéritier* du comic (1840). Come drammaturgo legò il suo nome ad alcune delle memorii drammatiche del boulevard: Le cocker dt fiacre (1825); Le paiwre de l'Bòlel-Dieu (1826); Mandria (1827); Guillaume Teli (1828); Joachim Murai (1831); Ltt tix degréi du erime (id.); Ltt Tour* de Notre Dame (1834); Le march de Saint-Pierre (1839); Lei filelt de Soinl-Ctoud (1842) ed altre li maggior successo ottenne ctU'Auberge detAdreli (1824) e col Robert Macaire (1836) che n'è la continuazione del quale l'attore Lemallre seppe fare un tipo famoso. Codesti due melodrammi dettati per la Porte Sainl-Mar-lin e rappresentali mille volle furono vietali sono Luigi Filippo per cagione d'immoralità. Fra le ultime sue produzioni nomineremo Matque de Pois (1855).
      AMOAOllO DEI PERO E DEL MELO (oràor.). - Dall7n-duitriale italiano togliamo la seguente relazione segnata Apellt Dei che ne sembra di molta rilevanza nell'economia rurale e ne facciamo dono al cortese lettore.
      I due antonomi del pero e del melo sono due piccoli co-leopteri goniopteri appartenenti alla famiglia dei curculionidi. Il loro nome generico di enionomo o un:bonomia deriva di due voci greche cioè da «v&x che vuol dir fiore e vofuuw io abito ; e cosi la denominazione antonomo venendo a significare io abito nei fiori dà un'idea precisa del costumi degli insetti che a questo genere sppartengono i quali alto stalo di larva vivono nell'interno delle gemme fiorifere o bocci dei fruiti. L'antonomo del pero (an/Aonomus pgri Scten) è piuttosto comune nelle campagne senesi e nel msrzo le femmine di questo curculionide andando sul peri ognuna di esse sceglie il boeeio che più le piace vi fa un piccolissimo foro col suo becco curvo ed affilato in esso depone un uovo e passa quindi ad altro boccili nel quale introduce un altro uovo e cosi continua fino a Unto che non si è completamente sgravata. In eapo a sette od otto giorni nasce da ciascun uovo la piccola larva e si è da quel momento che tutte quelle gemme da fiori o bocci che dir si vogliano cominciano ad intristire poiché ogni larvelta per cibarsi rode ialernamente il boccio enlro il quale se ne st rannicchiata e ne distrugge cosi poco per volta la vita li quindici giorni la larva acquista tutto lo sviluppo possibile Soppz . ÌLI/Emoicl pof. itaz.. V


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Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia Popolare
Rivista annuale (1870-1871)
di
Utet
1872 pagine 743

   

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