Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di
APICOLTORI ALEMANNI (XVI CONGRESSO DEGLI) 43
ciamenlo il Tonda sui Gli umiferi
stanleché la fisiologia tipo- raccogliere
oppure in vecchi cerumi. I favi ora per oltenere rimeritale non conosce alcuna legge secondo la quale si lascia' un limpido miele non più si schiacciano
e si ottiene puris-
l'simo ; ami i vecchi favi sono preferibili
per essere più facile [ a trattarli colla macchina quanto i freschi.
Si pose quindi in campo : Qual i il miglior materiale perstabilire quali caratteri passano al nuovo generalo
il materno o il paterno.
Sin qui il Congresso s'aggiri sul campo della teoria; passi quindi sul pratico
e propose il quesito: la qual modalcotlntire un'arnia? A prima vista tale quesito sembra inutileti posso il inanimo prodoti» di miele da una patti d'api? L'apiajo dev'essere perfettamente cognito del metodo Direrton ; nel trattare le api possedere destrezza
tranquillili e sicurezza; in poche parole
dev'essere espaee di sostenere gli esami magistrali nella teoria e pratica apistica. Altrimenti non potrebbe trar vantaggio nel coltivare le api. Si procuri delle arnie a buon prezzo. colle quali si possano trattare le api con faciliti e speditezze. L'aumento degli alveari si continui
sia collo sciame naturale come coll'artifidale
sino a che si abbia raggiunto il numero che si desidera avere; solo allora si potrà far parola di una completa rendila di miele. È ognora preferibile l'aumento degli alveari artificialmente
poiché questo porge l'occasione di perfezionare la raua. Nessuna posla di api deve mancare dello smelatori Ilrusebka ; ei corona il favo mobile
pel che sempre si tributano infinite lodi e grazie al di lui inventore. Si devono liquefare solo quei favi i quali contengono molle seriche camiciuole delle crisalidi
che si sono resi inservibili e pel polline che contengono e per essere ammuffati ; tulli gli altri
non esclusi quelli colle celle da fuchi
si conservano per la coltivazione
Il loro uso si é di appiccarli ai telaini destinati a sostenere le ceree costruzioni
accii le api abbiano una guida
e mano a mano riempiere il telaino. E bene osservare un'opinione di Francesco de IIruschka
il quale antepone ai pezzi di fa' per appiccare ai telaini per dare alle api una direzione per costruire i favi
i rudimenti o tintarelle
anzi
meglio
le intiere pareti mediane artificiali
e queste perchè la conservazione di favi naturali va sottoposta ad importanti difficolti
arrecaoo maggior fastidio Dell'appiccarli al legno
non stanno ben saldi e troppo spesso spporuno in dote silo sciame delle covate di tarme e mille altri embrioni di insetti
ove sl-l'inconlro le pareti mediane artificiali anche i soli rudimenti procurano in generale ona più facile e più regolare costruzione. L'apiajo che una volta prese a servirsi delle artificiali pareti mediane
certamente rinuncerà per sempre ai favi naturali.
Dopo cii si prese ad esaminare il quesito seguente: L'in verniate delio aiutatore non deve influire alla grandetta da darti alle arnie e ad altre inerenti ditpotitioni? Prima che si conoscesse l'invenzione di smelsre senza distruggere favi
si era costretti
per avere del puro miele
di assegnare alle api un particolare spszio pel medesimo
accii in esso non venisse immagazzinalo il polline
né deposte le ova. Dopa che si conobbe lo smelatore
tale disposizione più non occorre
stanleché si ottiene nn miele perfettamente puro
venendo col medesimo soltanto espnlso
sebbene i favi contangi unitamente al miele il polline
poiché questo non viene espanso ma rimane entro le celle. In conseguenza te arnie ponni modificarsi in modo di avere un solo spszio che serva a ricevere il miele e le covate. Siccome col servirsi dello smelatore lo slesso favo pui vuotarsi ripetutamente
cosi anche da un ristretto spazio si pui ottenere molto miele. Collo smelatore ormai non é più necessario costruire delle grandi arnii come allorché si estraevano dieci o dodici favi in una sol; volta. Col ripetere la smelalura anche soltanto da due favi s pui ottenere alla fine tanto miele quanto eslraendolo una sola volta da molti favi. Non accorre più prendersi pensiero se le api depongano in giovani bianchi favi il micie che vuoisidiscuterlo
e a dire il vero non si venne ad uno stabile risultato. Il legno é quello che a preferenza verrebbe abbandonato. La paglia che verrebbe preferita presenta molti inconvenienti
il primo di non essere liscie le di lei pareli interne
e facilmente in essa si annidano gl'insetti. Si propose la carta pesta
il cartone
la terra cotta
un miscuglio di creta e paglia tagliuzzata
per ultimo anche di cemento. Fa osservalo come le arnie di terra colla prestano ottimi servigi. Presso noi ben pochi si dipartiranno dal legno
ben inteso che abbia le devolute proprieli
bastante grossezza
stagionato e di qualità dolce
non trascurando
per la di lui maggior conservazione
di dargli una hnona inverniciatura
da rinnovarsi di due in due anni
e più spesso se occorra.
Poscia si tratti : Quali tono le essenziali condizioni per ino sciame precoce? A vvi una sola condizione essenziale per lo sciamare in tempo
e questa non isti nella popolazione di un ilveare ma sihbene nell'apisjo
e consiste nell'esatta e profonda conoscenza della natura dell'ape. Poiché
se-un apiajo ben conosce la natura dell'insello
sapri pure 1 di lui bisogni
ed essendone al fallo avri cura accii per tempo completamente tengano soddisfatti; cosi avrà ognora nella sua posla d'api popolazioni sane
ebe precoci sciameranno. Conoscendo la natura dell'ape
l'apiajo saprà come non abbia a sperare sciami precoci se non da forti popolazioni
per cui avrà cura di invernare ognora soltanto le numerose. Per essere forti le popolazioni
allorché svernano
devooo ben anche avere " ipe regina giovane
sana e feconda. L'essenziale di cii sts nel non lasciar invecchiare l'ape regina in un alveare
quindi occorre cambiarla tosto che sia invecchiala. Di regola
tn'ape italiana che abbia passata il terzo anno del vivere é reccbia. Le migliori api regine sono le nate nel luglio o igosto
e state poscia fecondate. Esse
nel tardo autunno o rerso il termine dell'inverno
sempre die sianvi forti popolazioni e ben provviste di viveri
depongono ova
prima delle api regine più vecchie. Dall'ape regina dipende se la popolazione in qualche rapporto merita lode o biasimo. Pur troppo
al terminare del raccolto presso ogni posla d'api
si scontreranno delle arnie deboli in confronto di altre. In questo caso conviene agguagliarle
e cii ai ottiene col togliere alle forti delle covale
quando le abbiano
e introdurla nelle arnie deboli per rinforzarle. In generale questa operazione ha buon risultalo ; se poi si scorgesse che non crescessero di popolinone
senz'altro tornerà bene unirle.
Accii una popolazione d'api sverni bene
dev'essere prov->lsta di bastante e sano alimento. Non basta poi il lasciare soltsnlo alle api la quantità di miele per isvernare
devono averne di più acciò si mantengano in un certo benessere
essendone sufficientemente provviste. Perché
accorgendosi di averne appena che basti
lesinano ogni goccia per l'istintivo timore che ponno averne manco
quindi tengono assai circoscritta le covale. Occorre poi por mente come nell'au-
ino
io mancanza di provvigione di miele
si deve ricorrere a surrogali
de quali é preferibile lo zucchero candido
come non contenente parli eterogenee. Nella buona svematora si imprende il preservare le api da ogni disturbo e dal freddo
tediarne arme coibenti il calorico
e impedir loro il volar ieri da esse. Da noi
come nei paesi nordici
non occorre nell'inverno impedir alle api il volar fuori degli alveari
ché
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Tonda Congresso Direrton Ilrusebka Francesco IIruschka Nessuna
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