Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di

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      APICOLTORI ALEMANNI (XVI CONGRESSO DEGLI)
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      inservibili all'ape regina per deporvi le ova. In conseguenza la popolazione va mano a mano scomparendo e l'arnia ordinariamente perisce lo stesso anno.
      Come si espose la putrefazione mite delle covate si sa con certezza da eke origina ma della contagiosa maligna si può asseverare eome enigmatica ancora la di lei provenienza. Ne vennero da prima incolpati due insetti parassiti un icneumone e un fora incramata ¦ ma presa ben bene la eosa in esame ambedue le asserzioni furono con fondamento dichiarate erronee. Alla fine del 1868 venne in chiaro l'opinione del dottore Prensz come la putrefazioae contagiosa maligna delle covale origini da funghi microscopici volitanti per l'aria cbe si posano in massa sulle covate quindi tutta la sostanza convertono in se stessi sicché annientano la larva. Ai primi del susseguente anno il chimico Lambreeht sostenne nelle sue pubblicazioni erronea l'opinione emessa dal Prensz; essere il eriptococco l'effetto dalla malattia non la causa e invece doversi incolpar il polline immagazzinato nell'alveare il quale dal mezzo dell'umiditi che in esao si svolge passa in fermento. Gli apicoltori tedeschi si divisero in due frazioni chi pel Prensz chi pel Lambrecbt. Come sia un fatto cbe sui cacchioni passati in putrefazione si scontrò il fungo parassita venne por confermato dal prof. Emilio Cornalia cbe però si tenne in una prudente riservatezza asserendo essere il fungo compagno del male ma non cbe lo produca.
      Si propose a discolere: Quali metti e vie si devono battere acciò l'apicoltura divenga un bene comune al popolo' Il metodo a favi mobili alla Dzterzon ha fallo si cbe l'apicol tura fece un gran progresso; tuttavia non é raro che l'uomi comune difficilmente abbandoni l'antico aistema e lo si può compatire non conoscendo il nuovo. L'arnia a favi mobili non baita da sola a nidificare il metodo Dzierzon vuol essere ben ben studiato imparato. Si hanno è vero ottimi libri esistono non poche associazioni apistiche pubblicanti de buoni periodici. Anche i congressi sono ricchi d'important quesiti e delle loro soluzioni ma ciò non basta. Sonov ancora dei paesi ove l'apicoltori totalmente dorme o si te gue il metodo primitivo. Occorre del tempo aeciò generalmente si diffonda una perfetta apicoltura razionale ; la quale a dir vero fra noi sebbene dacché venne in vita non abbi; tocco un luttro tuttavia ba fatto e continua a fare sorprendenl passi da gigante ; e questo deveii all'averla presa a cuore la giovane benestante generazione la quale non solo procede eoll'esempio ma ti di premura a divulgare le vere regole per trattarla ; perchè non deve essere esclusiva pel dolio per l'educato ma deve conoscerla e l'uomo semplice e l'operajo E quando l'attivili presente non rilenti il che giova ape-rare non andrò mollo che l'Italia emanciperassi dagli altri paesi per i duplici apistici prodotti. In Germania acciò l'apicoltura ti renda comune al popolo si propotero appositi istituti a tutti accessibili né circoscritti a cbi solo entra a far parte come associalo. Coli in molti collegi a'introdusse l'istruzione obbligatoria per l'apicoltori come nelle scuole comuni li dei confidi; e se tra noi i maestri comunali ives-sero adedicarvisi avrebbero una divertente secondar pizione che accrescerebbe il loro onorario e lo Stato poco a poco uni nuova industria agraria.
      Venne proposto il quesito che si potrebbe dire ui che ti connette all'antecedente e tuona: L'erigere degli tnli per la collivatione delle api farebbe dali governi alle associazioni guai potente me:
      tale dev'essere imparala studiala esercitata. Occorre quindi che al principiarne venga compartita una sistematica istru-' ine. Le socieli agrarie che aver devono per divisa di fari re il benessere del popolo coll'incoraggiare l'economia rurale dovrebbero avere un'apposita sezione dedita per l'a-picollura. La quale acciò prenda il posto che le si compete nelle industrie agrarie occorre che ogni contado abbia un ipicollore teorico-pratico cbe incoraggisca colle parole e nrglio ancora coi fatti ; vi dovrebbe essere una posta d'api modello ove venisse insegnata li teoria esercitali li pratici dell'apicoltura razionale. A questi posta-modello vi devono essere nel corso dell'estate dei convegni ove ti dimostrino le manipolazioni piò importanti per coltivare le api ; in questo modo si guadagna in un giorno piò che nel eorso di un anno sui libri. Avendo l'apicoltura in mano la giovane generazione buon seme aparso su buon terreno più tardi sarà copioso di fruiti. Alla fine dell'aano poi vi dovrebbero essere premii inche lotterie di tutto quanto occorre per la razionale apicoltura: i primi serviranno d'incoraggiamento le seconde ne igevolerebbrro l'acquisto chè anche uno scarso borsellino come quello del contadino potrò aver disponibili per ciò poche monete.
      L'ultimo quesito proposto fu: L'apicoltore può contribuire che la giovane ape regina divenga feconda e in qual modo ì Quando un alveare ebbe una novella ape regina ha l'interruzione di covate ; è contraria al desiderio dell'apiajo la tal tosta. Acciò questa non si protragga occorra che ipe regina presto divenga madre perfetta o fecondala. Nella primavera può protrarsi 10-14 giorni in estate meno ma certo alcuni giorni prima che l'ape regina divenga feconda. Ecco in qual modo l'apiaj» può concorrere acciò l'ape regina divenga fecondi prima del tempo. Essa intraprende i voli per la fecondazione tostoebé è perfettamente sviluppala che si direbbe nubile e questo è una naturai conseguenza della nutrizione. Il punto principale adunque è di aver cura che renga bene alimentata cbe l'alveare sia tutto vita cbe le ipi mantengano un grado elevalo di caldo che non solo consumino miele ma anche polline da preparare il chimo per la nutrizione e la cera. Questa piena vitalità avvi allorché la popolazione o cova o fa cera; perciò in uno sciame posteriore un'ape regina diviene prima feconda che in un'arnia madre. Acciocché o nell'amia madre o nella propagine oin una con una giovane regina siavi lutla vita o le t'introducano dei favi con eovate o si incili a fabbricar cera li che ti ottiene o mozzando 1 favi o presso l'apertura d'uscii* facendo ai delti una lacuna. 1 favi mobili non occorre tagliarli potendosi incitar le api a costruir favi coll'aMontanare un favo e intrammezzargli un telaino con nn rudimento di favi. Se le api completano i favi e costruiscono celle da api operaje tutto è in ordine ; ae invece costruiscono celle da fnclii l'amia è sospetta di orlami! e come tale tengasi d'occhio. Il mezzo maggiore per incitare le api ad essere attive a produrre maggior pappa alimentare è d'introdurre coi favi ¦nobili nell'ilveare un favo con covile. Le api da questo ven-iccu-1'gono spinte a produrre la detti e con essa alimentarne anche ipe regina. Negli ilveari mancanti di covate le api non mainano quasi che miele il quale soltanto porgono all'ape gina quindi la maturanza e la sua pubertà sono protratte. Il divenir matura pubere un'ape regina dipende pure dal comandarti tempo. Questo non sta in nostro potere ma possiamo conceria di lei tribuire eoll'ineilare le api ogni giorno anzi ogniivrebbe
      a partedtftntione e in qn*l modo ti dovrebbero erigtre? L'apicol-i litare vivaci e numerose avanti l'alveire per ottenere se turi oggigiorno per l'immortale maestro nella teoria e nella possibile il volo per la fecondazione dell'ape regina. Questo pratica il parroco Dzierzon 4 diventata una scienza e come modo è assai da raccomandarsi nell'autunno nel quale si


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Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia Popolare
Rivista annuale (1870-1871)
di
Utet
1872 pagine 743

   

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