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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   c) I fiumi, propriamente detti, sono grandi corsi d' acqua perenni (es. il Po). Il corso del fiume si suole dividere comunemente in tre parti:
   superiore, medio e inferiore. ?
   Nel corso superiore, cioè verso la sorgente, per la forte pendenza dell' alveo, le acque del fiume scorrono veloci e impetuose : la corrente, che esercita un intenso lavoro di erosione, trasporta grossi sassi e ciottoli.
   Nel corso medio la pendenza dell' alveo è minore e il fiume, che scorre meno veloce, depone i materiali di trasporto più grossi (ciottoli, ghiaia).
   Nel corso inferiore il fiume scorre lento e tortuoso O trasportando sabbia finissima e fanghiglia che a poco a poco deposita procedendo verso la foce.
   Dicesi affluente un fiume secondario che si versa in uno principale: il punto di sbocco si chiama confluenza.
   Il corso d'acqua che sbocca in un affluente è detto subaffluente. Così per es. la Nera è affluente, il Velino è subaffluente del Tevere.
   Cascate e rapide. — Si ha una cascata dove le acque precipitano bruscamente da un livello superiore ad uno inferiore. Notissime sono: la Cascata del Niàgara (Amebica del Nord), e in Italia hi. pascala d^lle Mann or e (Umbria) forcata dal Velino che precipita snella Nera.
   Le ràpide si hanno là dove il letto del fiume ha forte pendenza. Sono note le rapide del- „., T _ , . „ „ u
   i)\ i t . rig. al. La Cascata delle Marmore che da
   AUQa presso Paderno. l' energia alle officine di Terni.
   ^ Le cascate e le rapide, specialmente frequenti nei fiumi di altopiano, se a un lato costituiscono uù ostacolo per la navigazione fluviale, possono altra parte essere utilizzate per la loro energia idraulica.
   Si dicono meandri i giri o serpeggiamenti del fiume in pianura.