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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Macia
   1175
   taperti. In seguito ebbero gran potere ed onorevoli ambascerie Ricovero di Buonricovero e Leoncino di Squarciamone, e Branca di Maconcino; ma sovra ogni altro Mocata di Bartolommeo, il quale fu ambasciatore a Lucca e a Volterra, sindaco per ricevere la dedizione dei Grossetani nel 1310, e mori poi a Napoli nel 1312, sendovi oratore del suo Comune al re Roberto. Da lui nacque Bartolommeo il poeta, di cui con lode parlò l'Alighieri nel Trattato della Volgare eloquenza. Molti altri sono i Maconi rammentati con onore nelle istorie senesi perdurante il secolo XIV; e le ultime memorie della famiglia concernono due religiose persone, ambedue onorate di culto sopra gli altari, vuo' dire il Beato Stefano di Corrado di Leoncino discepolo di S. Caterina da Siena, fondatore della celebre Certosa di Pavia, morto priore dei Certosini di Pontignano nel 1424, ed il Beato Mariano frate dell'ordine di S. Domenico, defunto nel 1475, a cui era stato genitore quel Francesco, che i Senesi avean mandato ambasciatore ad Alfonso d'Aragona re di Napoli e poi a Niccolò V per chiedere la canonizzazione del Beato Bernardino degli Albizzeschi. » Lord Vernon, Inf., voi. ir, p. 519 e seg.
   Macra, o Magra, Fiume nella Lunigiana che trae le sue fonti dall'Appennino, e precisamente dal monte Tavola, ad oriente del colle della Cisa. Scorre in principio fra tortuosi dirupi, finché ridottosi in piano, prosegue maestoso il suo corso. A Pontremoli è varcato da un antico ed ardito ponte per cui quella città fu chiamata Pons Tremulus. Costeggia il territorio di Bagnone, Aulla, Sarzana, Vezzano e Lerici, e mette le sue acque nel golfo della Spezia, dopo un corso di 64 chilometri dal nord al sud. Nei primi secoli di Roma questo fiume chiudeva i limiti d'Italia dalla parte della Toscana, ed ai tempi di Dante, come lui stesso accenna, segnava il confine della repubblica Genovese colla Fiorentina. Infatti il borgo di Bagnone posto sulla sponda destra, nel secolo XII, venne dai marchesi Malaspina dato in sub-feudo ai nobili di Bagnone, e questi lo passarono alla repubblica di Firenze. Il borgo di Aulla sulla stessa sponda apparteneva pure a questa repubblica, e nelle vicinanze di esso si vede un forte castello inalzato dai Fiorentini per fronteggiare i Genovesi. Alla sponda sinistra invece la piccola città di Sarzana per liberarsi dalla tirannia di Castruccio Castracani, signore di Lucca, si era data ai Genovesi; così dicasi del borgo di Vezzano che era feudo della famiglia Nobili e da questa era passato alla repubblica di Genova, ed alcuni ruderi dimostrano i forti che vi aveva innalzati; nella stessa sponda il borgo di Lerici apparteneva pure ai Genovesi da questi tolto ai Pisani dopo la battaglia della Meloria. Loria, p. 61 e seg. La Macra è ricordata Par. ix, 89.