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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Zara
   2187
   dei molti giuochi di azzardo fatto coi dadi (cfr. Blanc, Versuch, ir, 16 e seg. Zdekauer, Giuoco in Italia, 7 e seg.) Purg. vi, 1. - Lan.: « Quando li giuocatori si partono dal tavolieri, quelli che ha perduto, rimane solo, e dice fra sò stesso: quaderno e asso venne a zara innanzi che quattro e due e asso; poi dice: se io non avessi chiamato xi, non avrei perduto. E così ripetendo le volte, elli impara di non chiamare un'altra fiata xi. Circa le quali volte si è da sapere, che avvegnaché li dadi siano quadrati, e eh'elli sia possibile a ciascuna faccia venire di sopra, di ragione quello numero che gli è più volte, dee più spesso venire. Siccome in questo esemplo in tre dadi si è tre lo minore numero che vi sia, e non può venire se non in uno modo, cioè quando ciascuno dado viene in asso; quattro non può venire in tre dadi se non in uno modo, cioè l'uno dado in due, e due dadi in asso: e perocché questi numeri non possono venire se non per uno modo per volta, per ischivare tale fastidio e per non aspettare troppo, non sono computati nel giuoco, e sono appellati asari: lo simile è di xvii, e xviii, che sono simiglian-temente computati azari, e sono nello estremo numero maggiore. Li numeri in fra questi possono venire in più modi, e però quel numero che in più modi può venire, quella è detta miglior volta di ragione, ma molte fiate viene piuttosto quella che in meno volte può venire. E similemente avviene in due dadi. E questa è la cagione perchè quello che perde ripete le volte; quasi a dire: io che amava cotal numero, che era ragionevole a dovere venire più tosto, ed elli è venuto cotale, che non li può venire se non in cotal modo. » Buti : « Questo giuoco si chiama zara per li punti divietati che sono in tre dadi da sette in giù e da quattordici in su; e però quando vegnano quelli punti, diceno li giocatori: Zara, quasi dica: Nulla, come zero nell'Abbaco, e questi sono vietati, perchè non hanno tre parità come ha sette e quattordici e li punti che sono in quel mezzo: ecco sette hae tre parità, cioè terno et asso, cinque et ambassi duino e tre; e così quattordici, seino e dua; quaderno e sei; cinquino e quattro; e così l'altre volte che sono in quel mezzo; e questo non si trova in tre, in quattro, nè in cinque, nè in sei, nè in quindeci, nè sedici, nè dicessette, nè diciotto, li quali vanno una o due al più come può vedere chi li rag-guarda; et in due dadi esclusive da quattro in giù, e da diece in su, perchè non possono venire se non in uno modo, come due ambassi ; e tre, due et asso; undici, sei e cinque; dodici se non in uno modo, seino; e quelli che possano venire in due modi o in più sono acettati come quattro, tre, assa e duino, e così delli altri in fine a 10 che può venire sei, quattro, e cinquino. » Secondo N. Ta-massia (Una nota Dantesca, nel Giorn. stor. della Leti. ital.