a Melchnau, oggi professore a Coirà, facendo poi in sua compagnia un piccolo viaggio nella vallata di Engelberg. Le cognizioni di quest'uomo estendonsi sopra un campo molto più largo di quanto io sapevo e comprendono e la filosofia e le scienze naturali in cui è versatissimo ».
Dal 1869 in poi lo Scartazzini, in periodici tedeschi e italiani, e negli annuari della Società dantesca alemanna (l'ultimo de' quali, cioè il quarto, uscito nel 1877, può dirsi tutto opera sua), venne inserendo moltissimi articoli e studi danteschi. I particolari di critica biografica raccolse quindi nelle Dissertazioni 'sopra Dante (Abhandlungen iiber D. A., Frankfurt a. M., 1880); gli storici e critici, per quanto riguarda specialmente il culto del nostro Poeta presso i tedeschi, nei due volumi del Dante in Germania, usciti in Milano fra il 1881 e il 1883; gli altri o, meglio, tutti quanti, poi, opportunamente compendiò nei due manuali Hoepli del 1883, che riguardano separatamente la vita e le opere di Dante e che uscirono rifusi, undici anni appresso, nell'unico intitolato Dantologia. Maggiore svolgimento trovarono i medesimi argomenti nel quarto volume del commento lipsiense al poema - di che tosto parleremo - uscito, col titolo: Prolegomeni della Divina Commedia, nel 1890 e, due anni dopo, in buona parte rifatto nel Dante-Handbitch ') ; massimo
') Il 21 aprile del 1891 lo Scartazzini, in una sua a me, da Fahrwangen : « Mi pare di averle scritto che sto dettando un grosso libro dantesco in lingua tedesca. Appena pubblicato il volume dei Prolegomeni si chiese da molti a me ed all' editore il permesso di tradarlo in tedesco. Dal canto mio non potei acconsentirvi, parendomi che si potesse fare di meglio. Ma il Brockhaus volle il libro in lingua tedesca, onde assunsi io di elaborarlo. Vi si svolgono le stesse materie, ma indipendentemente dai Prolegomeni, dei quali non mi servo