XX
E il mondo gliela fece.qual ei sentiva di meritare ' questa giustizia ' ; degno, autorevole interprete, Francesco d'Ovidio, che, al « triste annunzio» della morte di lui, dettava, nella prefazione agli Studii sulla Divina Commedia, le parole con le quali - né si potrebbe più nobilmente - chiudiamo: « rammento quei tempi in cui la sua operosità era più sana, e ad ogni modo tornava utilissima ai rinascenti studii italiani e ai loro bisogni del momento. I lavori tedeschi eran noti a pochi ; degli studiosi nostri i più s'aggiravano per angiporti o s'eran cacciati in vie mozze; i commenti al Poema che si pub-blicavan qui avevano il tanfo d'un'erudizione troppo ristretta, d'un ordine d'idee angusto, d'un pettegolezzo in famiglia; i commenti antichi rivedevan la luce a rilento e spesso mal conci, e ciascuno diveniva l'oggetto d'una predilezione sistematica e fanatica. Il commento lipsiense divulgò a un tratto tante cose e tante chiose, con uno spoglio largo degl'interpreti antichi e con un travasamento repentino di erudizioni e speculazioni tedesche. Fece l'effetto d'un finestrone che si spalanchi e lasci precipitar dentro molt'aria fresca, benché non senza vento né polvere; o l'effetto che in una città di provincia, con vecchie botteghe scarsamente fornite e impigliate in tapine abitudini locali, farebbe l'apertura di un bazar pieno zeppo di roba forestiera e d'altre cose comunque rare in commercio. In che modo e in che limiti abbia lo Scartazzini giovato agli studii danteschi in Germania, altri potranno dire; ma una brutta ingratitudine commetterebbe l'Italia, commetteremmo specialmente noi della generazione che tramonta, se non ricordassimo, e non inculcassimo che si ricordino, le non dubbie benemerenze di lui ».