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Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XXVIII
   Prefazione
   sottrarsi al fascino prodigioso d'un veggente, il quale, pur sentendosi alitare intorno un'atmosfera che risospinge ne' secoli addietro l'arte e ne sprezza il nuovo segno sensibile, protesta verso questo « non solamente amore, ma perfettissimo amore » e, leggendo nel lontano avvenire, afferma: « Questo sarà quel pane orzato del quale si satolleranno a migliaia;... sarà luce nuova, sole nuovo, il quale surgerà ove l'usato tramonterà e darà luce a coloro che sono in tenebre e in oscurità». Mentre tutt'intorno a noi le volgari sorelle, nel mutar di sei secoli avranno mutato faccia, la nostra, dacché le fatidiche parole furono dettate, sarà ed è pur sempre la stessa, luce ancor nuova, ancor nuovo sole : prodigio troppo straordinario perché non debba esser meglio addentro esaminato e raffrontato che, come fin oggi, a sparsi frammenti.
   Il desiderio di vedere, quasi in compendio storico, riassunti i vari aspetti evolutivi di ciascun vocabolo, è antico da quanto le origini dell'erudizione; ma, specie rispetto all'Alighieri, che pure in sé riassume la storia della lingua nel periodo di transizione, rispetto dunque alle cosiddette origini della lingua nostra, rimase finora insodisfatto. Ecco la storia di quel periodo qui rispecchiata.
   2.° Alla Società dantesca di Cambridge, che invitava i propri soci a meditare un nuovo Vocabolario
   materiale, grossolana, pedissequa. Essa è di suoni, di atteggiamenti, di movenze, un po' vaga e indefinita, ma pur sì diffusa e appariscente che io mi domando - e mi accusi pure chi non mi intende, di voler sacrificare il Petrarca sull' altare di Dante - se per avventura altro aspetto stilistico e ritmico non avrebbe avuto il Canzoniere, qualora Dante non avesse scritto le rime e il poema ».