Stai consultando: 'Enciclopedia Dantesca Volume III - Vocabolario-Concordanza', Giovanni Andrea Scartazzini

   

Pagina (28/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (28/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   XXX
   Prefazione
   mole '); e quello di Francesco Vassallo Paleologo, che circa vent'anni or sono, tentò in Italia una Concordanza dantesca per dispense 2).
   3.° Dovevano però sembrar insufficienti i limiti lìn oggi imposti a cotesto indagini, estese, anche nelle opere più voluminose, troppo incertamente fuor del poema; né potevano valere che parzialmente gl'incompleti glossari aggiunti ad alcuna delle opere minori. Mentre s'attende adunque dall'Inghilterra il vocabolario completo delle opere italiane, non si troverà inutile un inventario generale della lingua di Dante qual è il presente, esteso cioè a tutte le opere italiane e latine, riconosciute od anche solo attribuite all'autore della Commedia. Quest'ultimo riguardo usiam pure alle liriche cosiddette « apocrife », non già perché abbia un sufficiente valore anche cotesta semplice attribuzione, ma, dall'una parte per non lasciar luogo a desiderio veruno negli studiosi, dal-
   ') La Divina Commedia di Dante Alighieri giusta la lezione del codice hartoliniano, voi. Ili, parto II (Udine, Mattiuzzi, 1828) : è fatica, a prescindere da certe velleità glottologiche, non del tutto ignobile. -lo pago debiti altrui, non cauto già palinodie (ved. le mie pubblicazioni : I Codici Friulani della D. C., Cividale, 1887 ; Udine, 1888, '91, '92, e Raccolta di lettere inedite, Udine, 1891, '98).
   *) La Concordanza Dantesca, opera necessaria a ritrovare qualsiasi concetto della Divina Commedia, Girgenti, Carini, 1886: il lavoro - che aveva assunto tropp' ampie proporzioni, perché ogni voce v' era illustrata da più versi e talora da parecchie terzine - s' arrestò con la seconda dispensa, alla parola « Alcide » (p. 30). Il formato era doppio di quello del Fay, eppure, come questi osservò nella prima nota alla propria prefazione (op. cit., p. iii), ne sarebbe uscita un' opera veramente voluminosa. - Cfr. quanto ne scrisse il co. N. db' Clari-cini ne L'Alighieii, an. i, pp. 60-61.