La « Concordanza » lipsiense
XXXVII
6.° Tutto il complesso degli errori accennati, però, sarebbe « in apparenza poco e scuro », se non avesse avuto poi la sanzione - bensì inconscia - del nostro Scartazzini stesso ; il quale, nella « seconda edizione » dell'Inferno « interamente rifatta ed accresciuta di una Concordanza della D. C. » (Leipzig, Brockhaus, 1900), ci diede uno spoglio del Fay - lavoro non suo, perché di semplice manualità - in che sono riprodotte tutte le mende della Concordanza americana e, per giunta, accompagnate assai spesso da riassunti statistici complessivi, corredati poi, in quest'Enciclopedia, di speciali osservazioni. All'aggettivo « malo » (Enciclop., II, 1188), per esempio: « Questo aggettivo è adoperato nella Div. Com. sei volte sette, cioè 42 volte; tre volte sette, ossia 21, nell'I»/. ; due volte sette, cioè 14, nel Purg. ed una volta sette nel Par. Questa meravigliosa simmetria è difficilmente da attribuirsi al mero caso ». Ora, tutto siffatto calcolo, come ogni altro consimile, s'appoggia sui dati manchevoli del Fay; il quale, a questo proposito, riferì sotto conforti, diedi, giovane, Giovanni e re, ossia ben cinque volte, il verso 135, c. xxviii, dell' Inferno, e non una sesta, come doveva, sotto mai, forse preso per un avverbio, benché non manchi nel volume la variante ' i mai conforti '. La « meravigliosa simmetria » risulterebbe quindi chimerica, se non sembrasse ricomparire per effetto d'un altro errore del Fay; il quale pone tra gli aggettivi il mal del Purg. xviii 124, eh'è invece un avverbio *). Ciò non sfugge, naturalmente, allo Scartazzini quando, tra i significati di « intero,
') « Perché suo figlio, mal del corpo intero ».