movimenti reali dell v terra
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Qualunque sia la posizione della Terra in ogni istante, essa ha un emisfero illuminato e un emisfero in ombra, e i,' cerchio che divide questi due emisferi è sempre perpendicolare alla direzione del raggio vettore (fig. 10). Se l'asse terrestre fosse perpendicolare ài piano dell'eclittica, questo cerchio sarebbe sempre un cerchio passante pei poli, cioè un cerchio meridiano, che divide per metà tutti i cerchi paralleli; ogni punto della superfìcie, descrivendo il proprio parallelo per la rotazione diurna, si trove- / rebbe quindi per 12 ore in luce / e per 12 ore in ombra, cioè il ,SaN giorno sarebbe eguale alla not-te. Invece ciò si verifica, come \ si disse, solo in due punti (equi- x nozi): in tutte le altre posizioni
quel cerchio non passa per i poli, Fig 10. _ Solstizi ed equinozi, non è un cerchio meridiano, e quindi divide tutti i paralleli,
eccetto l'equatore, in parti disuguali (fig. 11). Quando è rivolto al Sole il polo nord, tutti i paralleli boreali sono divisi in una parte maggiore illuminata e una parte minore oscura: tutti i paralleli australi in una parte maggiore oscura e una minore illuminata. Si ha quindi il giorno più lungo della notte nell'emisfero boreale, la notte più lunga del giorno nell'australe, e la differenza va accentuandosi dall'eguatore
ai poli, fino ad avere periodi senza tramonto attorno al polo nord, e periodi senza sole attorno al polo sud. Quando è rivolto al Sole il polo sud le condizioni nei due emisferi si invertono, avendosi il giorno più lungo della notte e una calotta polare senza tramonto nell'emisfero australe, la notte più lunga del giorno e una calotta polare senza levata di sole nell'emisfero borale.
Immaginiamo (fig. 10) di partire da un punto equinoziale, p. es., dell'Equinozio di Primavera boreale (P). Continuando la Terra il suo giro attorno al Sole da destra verso sinistra, i due poli escono dal cerchio luce-ombra, mantenendosi il polo nord iij
notte (Estate australe).