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   GLI ULTRA
   te che nelle opere di Seneca c e la più incorrotta morale.
   Qui voglio aver detto assai ed aggiunger solamente che questi capipopolo di nuovo conio le fanno far grosse a chi ha gli occhi a-perti; e più grosse ancora a coloro cui si dàn-no ad intendere di turbare i sonni. No, no, mio caro tribuno, sta certo che dormono saporitamente; seguita pure a sberciare ed a predicare, adempì la tua missione, e, purché tu non muti vino alla tua bettola, la medesima frasca, chi per i danni possibili a proceder da te, qualche santo aiuterà: vivi pure per mille e dumil'anni e quanto ti pare, colla tua accigliata severità, col tuo ogni cosa che Dio ti benedica e buon prò ti faccia. Divertici un altro poco; e noi ti promettiamo che quando colei che dì e notte fila avrà reciso il prezioso stame della tua vita, ci sarà anche per te un bel tòcco d'iscrizione „.
   Ma la non è cosa da ridere. 1 mali che gli ultra hanno cagionato e vanno tuttodì cagionando all'Italia sono incalcolabili. L'irredentismo, le spedizioni impossibili, il ritorno delio straniero, le sommosse, le agitazioni incessanti, non sono forse prodezze di questi vi-, sionarii incurabili? Non son essi che affilano nell'ombra il pugnale dell'assassino politico