La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
ventare sinistramente famosi coll'appellativo di assassini dell'aria, quando nel colmo della notte intese le prime cannonate e un nutrito fuoco di fucileria comprese che gli uccellacci nemici facevano la loro prima visita alla sua immortale città e anziché spaventarsi corse in maggior parte alle finestre, sulle terrazze, sulle altane a godersi le vicende del combattimento aereo, finito colla fuga degli aeroplani austriaci.
I nostri soldati intanto vigili e pronti lungo tutte le linee di confine, giunta la mezzanotte, attesa con ansia indicibile, strapparono con gioia i pali gialli e neri posti sulle ingiuste frontiere e con impeto meraviglioso balzarono in avanti verso la liberazione delle terre irredente schiave dell'odiato straniero.
Coadiuvati dall'artiglieria che bombardava le posizioni austriache, durante la giornata del 24 i nostri occuparono dovunque territorio nemico. Lungo la frontiera friulana si impossessarono delle alture fra i fiumi ludrio e Isonzo, dei paesi Caporetto, Cormons, Versa, Cervignano e Terzo. Gli austriaci si ritiravano dovunque distruggendo i ponti ed incendiando i casolari.
II Comando Supremo pubblicava la stessa sera il suo primo Bollettino ufficiale coll'annuncio dei bombardamenti di Venezia e della costa Adriatica e il giorno dopo, 25 maggio, il secondo colle prime conquiste.
Al tenente generale conte Luigi Cadorna, nato a Pallanza (Piemonte) nel 1850, era stato affidato il comando supremo dell'Esercito sin dal 10 luglio 1914. Figlio al generale Raffaele Cadorna, colui che era entrato in Roma colle truppe italiane per la Breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870 e nipote a quel Carlo Cadorna che fu ministro di Carlo Alberto dal quale ricevette l'atto di abdicazione la sera dell'infausta sconfitta di Novara, sembrò l'uomo giustamente designato a quell'alto gravissimo posto ; parve ai più che la buona stella d'Italia l'avesse scelto a compiere l'opera del padre e che avesse in sè tutte le qualità necessarie per condurre l'armata italiana alla vittoria.
Sotto capo di stato maggiore era il tenente generale conte Carlo Porro.
Il Comando delle Forze Navali era stato affidato al principe Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi. Il vice ammiraglio Thaon di Revel era il capo di Stato Maggiore della Marina da guerra.
A Roma con un decreto in data 24 maggio il Re nomi-
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