La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nostra linea militare e tutto il complesso delle operazioni permetteva al generale Cadorna di affermare in un suo bollettino che la situazione generale era solida. Il morale elevatissimo.
      Gli austriaci resistevano con accanimento, ma evidentemente procedevano anch'essi allo sviluppo di un piano prestabilito dallo Stato Maggiore che li doveva far retrocedere gradatamente sino ad una certa linea più sicura per essi e più fortificata, sulla quale la loro resistenza si sarebbe fatta maggiore e le azioni avrebbero assunto quel carattere di violenza a cui solo il meraviglioso eroismo dei nostri soldati sarebbe resistito.
      A comandante in capo delle truppe austriache contro l'Italia era stato nominato l'Arciduca Eugenio. La marina nemica aveva a capo l'Ammiraglio Montecucco-li feroce nemico nostro e per gli altri comandi altissimi il governo di Vienna stava scegliendo le personalità militari che più si erano distinte in diverse occasioni, per la loro avversione all'Italia, fra queste : il generale Conrad von Hoetzendorf il sinistro propugnatore di un'aggressione contro noi nei tristi giorni in cui la Patria era in lutto per la immane catastrofe prodotta dal terremoto a Reggio di Calabria ed a Messina.
      Intanto nel castello di Schoenbrunn l'imperatore Francesco Giuseppe, giunto al suo 85.mo anno d'età e al suo 67.mo anno di regno, lanciava ai suoi popoli un proclama nel quale dopo aver asserito che la dichiarazione di guerra dell'Italia era un tradimento di cui la storia non conosce l'esempio, dopo aver bugiardamente affermato di non aver mai minacciato l'Italia, di aver sempre fedelmente corrisposto ai doveri d'alleanza, dopo aver accennato alle cessioni che egli si era deciso a fare, dolorosi sacrifici che toccavano in modo particolare il suo paterno cuore, concludeva con queste parole:
      Il nuovo perfido nemico del sud non è un avversario sconosciuto : i grandi ricordi di Novara, Mortara, Cu-stoza, Lissa, che formano la gloria della mia gioventù,
      10 spirito di Radetsky, dell'arciduca Albrecht, di Teget-thof, che con le forze di terra e di mare vivono eternamente, ci sono garanzia che noi difenderemo vittoriosamente le frontiere della Monarchia anche verso il sud.
      Io saluto le mie truppe vittoriose e agguerrite e confido in esse e nei loro conduttori. E confido nel mio popolo il cui spirito di sacrificio senza esempio merita
      11 mio più profondo grazie. Prego l'Onnipotente che
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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