La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
momento di esitazione, impavida, ad un'altura dalla quale si potè iniziare efficacemente quell'azione contro gli austriaci che dopo otto ore di combattimento finì col pieno successo dei nostri. L'eroica fanciulla rimase con i soldati sino alla fine. Poi se ne tornò tranquillamente a casa dove al suo cappellino mise un pennacchio da bersagliere. Fu soltanto ciò che di mutato si notò, in seguito, nella vita della modesta e gloriosa eroina, il di cui glorioso gesto però le meritava la medaglia d'argento al valor militare consegnatale in forma solenne il settembre dopo.
Intanto i nostri occupavano le più importanti posizioni nei diversi settori e Cima Manderiolo, Cima di Vezzena, Cima Spessa, quasi tutte oltre i 2000 metri di altezza cadevano in nostro mano. Lo stesso 28 maggio nel Cadore essi prendevano Cortina d'Ampezzo, il soprastante passo delle Tre Croci e il 31 Coni Zugna che domina Rovereto.
(ìli alpini cominciavano quegli attacchi che dovevano in seguito sbalordire il mondo e che ci conducevanoman mano progressivamente verso la meta agognata.
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2 giugno 1915—In questo frattempo il cancelliere tedesco Bethmann Hollweg pronunciava al Reishstag (il Parlamento di Berlino) un violento e menzognero discòrso contro l'Italia al quale il presidente del Consiglio Antonio Salandra rispondeva dal Campidoglio il 2 giugno, intervenendo ad una riunione del Comitato romano per la mobilitazione civile.
Il discorso di Salandra efficace, esauriente, sobrio, elevatissimo, costituì un vero avvenimento politico e suscitò grande entusiasmo in Italia e profonda ammirazione fra gli Alleati.
Di quel mirabile discorso, documento indistruttibile che consacrò alla storia i sacrosanti diritti d'Italia e le possenti ragioni d'ogni indole che giustificano la sua condotta in faccia al mondo e alle genti future, è bene conoscere le parti principali.
Il presidente Salandra sin dall'inizio del suo dire afferma : "Noi siamo entrati, a tutela delle più antiche e più alte aspirazioni, dei più vitali interessi della Patria nostra, in una guerra più grande di qualunque altra la Storia ricordi, in una guerra la quale investe e trasporta nel suo turbine non soltanto i combattenti, ma tutti coloro che restano. Nessuno se ne può sot-
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