La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
II.
Come fu accolta la dichiarazione di guerra — Durante l'ansiosa vigilia — Nelle terre vicine alla frontiera
— La partenza dei soldati — Socialisti e clericali
— Gli ambasciatori lasciano Roma — La nostra preparazione militare — Alla mezzanotte del 24 maggio.
Comunque si possa e si voglia giudicare la guerra oggi, dalla (piale l'Italia è uscita la più vittoriosa per non dire la vera vittoriosa delle nazioni in conflitto, è certo che quando dopo le storiche sedute del 20 e 21 maggio alla Camera dei Deputati durante le quali il Paese per mezzo dei suoi rappresentanti decise .il gran passo, in tutte le città nostre con quell'entusiasmo, quell'impeto focoso che caratterizza noi italiani in ogni manifestazione, si ebbero grandiose manifestazioni di delirante patriottismo, le quali non lasciavano dubbio sulle intenzioni del Popolo in generale ed erano una garanzia pel Governo dell'aiuto morale e materiale che da questo quasi unanime consenso ne sarebbe derivato, aiuto indispensabile tanto per la resistenza alla fronte, quanto per quella interna.
Durante la grande vigilia da in cima in fondo alla penisola la Patria nostra parve in festa. Dal Piemonte alla Sicilia ogni città, ogni paese sventolava tutte le sue bandiere. Nei grandi cortei che si svolgevano quotidianamente le grida di "Viva la guerra ! Viva il Re ! Viva l'Italia ! Viva Trento e Trieste ! abbasso l'Austria !'' s'incrociavano in modo assordante, erompevano da centinaia di migliaia di petti, salivano al cielo fra uno sventolio di vessilli di stendardi e di gonfaloni fra i quali non mancavano quelli delle città irredente, delle terre ancora schiave, verso cui tutta l'anima del Paese tendeva in un possente, formidabile, assoluto desiderio di liberazione.
E questo entusiasmo, questa ansia febbrile, senza trepidazione però, si notavano anche nel Veneto, in quella terra che sarebbe diventata la zona di guerra più vicina all'urto imminente, che sapeva di dover assistere e condividere gli inevitabili orrori del conflitto.
I soldati, chejiegli ultimi mesi s'erano venuti ammassando in gran numero in quelle città, nei dintorni e
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