La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
III.
Dallo Stelvio al mare — L'assalto al Costone di Monte Nero — I primi caduti — L'incredibile audacia degli Alpini — La battaglia di Piava — a 3000 metri d'altezza — Sublime sacrificio — L'opera del Genio — Cavalleria e Bersaglieri ciclisti in azione — Brigantaggio austriaco.
Fin dai primissimi giorni, dunque, i nostri sono riusciti a penetrare in territorio nemico lungo tutto il fronte e cioè dallo Stelvio al mare e se si tiene calcolo che il terreno delle operazioni è quasi completamente montuoso, aspro, insidioso di natura e fortemente preparato per la difesa del nemico stesso, ci si rende subito conto quale mirabile sforzo abbiano fatto tutti.
Nel primo mese specialmente nel Trentino le nostre forze si sono spinte risolutamente innanzi occupando difficili valichi e altissime vette.
Sulle cime e sugli altipiani furono trascinate potenti artiglierie che hanno permesso nuove e maggiori occupazioni, colpendo e demolendo forti nemici ritenuti inespugnabili.
Nel Cadore di speciale valore è stata l'occupazione di Cortina e nella zona carnica i nostri alpini conquistati importanti valichi, vi si tennero solidamente fermi respingendo ogni attacco.
Giù nel Friuli orientale le truppe italiane presero sempre maggior contatto con il nemico, superando gravissimi ostacoli.
Tutta l'azione di quei primi giorni dimostrando l'inizio dello sviluppo di un piano d'operazioni, fece anche comprendere che nelle intenzioni del Comando vi era anche quella di correggere subito per evitare una invasione nemica, gl'inconvenienti di ordine strategico di una frontiera infelice impostaci dalla campagna del 1866 e nel medesimo tempo di aprire gradatamente il varco all'azione offensiva per una progressiva avan zata.
Tutto questo fu possibile non solo per l'abilità del Comando, ma sopratutto per virtù di ufficiali e di sol dati di ogni arma.
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