La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
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il costone nord di Monte Nero dove il nemico rafforzato riceveva sempre nuovi aiuti, compiono l'impresa audacissima armati di fucile, di baionetta e di bombe a mano, di notte, senza farsi vedere, inerpicandosi su rocce quasi a picco. Bisognava non farsi udire dal nemico. Alcuni reparti si tolsero persino le scarpe e coi piedi fasciati, all'oscuro, fecero l'ascensione quasi incredibile. Alle 2.30 del mattino giunsero a due metri dalle trincee nemiche senza essere avvertiti. Vi balzarono dentro e in un furioso combattimento corpo a corpo con la baionetta, col calcio del fucile, coi sassi fecero addirittura strage dei uemici che difendevano le prime trincee, poi annientarono quelli che difendevano le altre.
Gli austriaci superstiti sbalorditi confessarono che non avrebbero mai creduto possibile una simile impresa e dissero anche :
—Gli alpini italiani sono come i gatti, arrampicano su per le balze a picco con una facilità straordinaria.
Anche quella che fu chiamata la battaglia di Piava combattuta per la conquista di un'alta zona della riva sinistra dell'Isonzo, oltre quella del Monte Nero, verrà ricordata per la grande audacia, per l'eroismo con cui fu condotta vittoriosamente a termine, conquistando il terreno palmo a palmo.
Furono due giorni di lotta. Le alture da conquistare dominavano il villaggio di Piava in fondo di una gola rinserrata da pendii ripidi e bassi, fra i quali l'Isonzo scorre rapidissimo e profondo.
Il nemico aveva fatto saltare un ponte di legno. I pontieri, con grande ardimento mantenuto poi in ogni circostanza, costruirono nella notte un passaggio sul quale all'alba del 10 passarono i nostri iniziando l'attacco che procedette forzatamente con lentezza per parecchie cause: la resistenza del nemico che bombardava colle artiglierie di grosso calibro, anche da 305, dissimulate in punti dominanti e difficili a controbattersi; le difficoltà del terreno fatte più gravi da ostacoli artificiali come solidi trinceramenti protetti da profondi reticolati di grossi fili di ferro rafforzati da spranghe e da ferri fatti a forma di T. Malgrado ciò coll'appoggio della nostra artiglieria e con ripetuti assalti ad arma bianca, il giorno dopo i nostri occupavano le posizioni ricacciando definitivamente il nemico che aveva tentato più volte anche
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Monte Nero Piava Isonzo Monte Nero Piava Isonzo
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