La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
VII.
L'offensiva sul Carso — L'artiglieria italiana — Umili e grandi Eroi — Come muoiono i nostri — Jl buon umore continua — La prima medaglia d'oro — I prigionieri austriaci — Barbarie nemiche — Malborglietto e Gorizia — La Compagnia della Morte — In vista di Trieste.
Questi ed altri selvaggi sistemi di lotta del nemico non ottennero sui nostri l'effetto desiderato da coloro che se ne rendevano colpevoli. Anzi non fecero che aumentare l'odio contro l'austriaco e rinsaldare nel nostro soldato l'indomabile volontà di vincere. E l'avanzata proseguì segnando in ogni sua tappa una pagina gloriosa pei nostri, malgrado che agli altri numerosi ostacoli si fosse aggiunto alla fine di giugno anche il mal tempo.
L'esercito austriaco combatteva allora in modo assolutamente difensivo lungo tutta la fronte delle operazioni. I nostri andavano sempre avanti a prezzo di grandi sacrifici, salvo in alcuni punti della frontiera, per usufruire delle migliori condizioni locali, come ebbe a dire il Comando Supremo.
Un altro memorabile passaggio di viva forza oltre l'Isonzo da registrarsi è quello nella regione di Sa-grado. I soldati del genio gettarono i ponti due, tre volte ed altrettante il fuoco infernale delle artiglierie nemiche li spazzò via travolgendo materiale, uomini, che venivano trascinati dalla corrente impetuosa del fiume enormemente ingrossato dalle piogge. Malgrado questa terribile situazione, dopo numerosi tentativi le nostre fanterie poterono passare e messo saldo piede sulla riva sinistra slanciarsi con uno scatto irresistibile alla baionetta contro il nemico e conquistare Casteluuovo spezzando la difesa dei solidi trinceramenti.
Verso la fine di luglio fu ripresa con maggior vigore l'offensiva sulla linea dell'Isonzo e specialmente sull'altipiano del Carso, offensiva che si era alquanto rallentata a cagione del tempo pessimo, oltre che della necessità di consolidare le posizioni occupate, mentre il nemico con maggiore accanimento tentava di
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