La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      alla schiera dei volontari milanesi di cui facevano parte anche i futuristi Marinetti, Boccioni, Ruspoli.
      Filippo Corridoni che come è noto, era socialista sindacalista, agitatore, tribuno dei grandi scioperi milanesi ma convinto interventista e che non aveva che 27 anni, cadde eroicamente colpito da una palla in fronte mentre marciava impavido alla conquista di una trincea, incitando i suoi compagni a combattere. Aveva scritto dalla fronte: "Io rimarrò sempre il Don Chisciotte del sovversismo, ma un hidalgo senza ingegno, pieno soltanto di fede. Morirò in una buca, contro una roccia, o nella corsa di un assalto, ma, se potrò, cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora."
      In una compagnia combatteva un volontario dai baffi bianchi. Aveva sessant'anni ed era soldato semplice. Si era arruolato per seguire alla guerra il suo figliuolo e servivano nella stessa compagnia; non si lasciavano mai. Si vedevano sempre nelle marce quei due soldati vicini, così diversi e così somiglianti, entrambi animati dallo stesso entusiasmo. Durante l'avanzata su Zagora, l'8 agosto, il figlio cadde mortalmente ferito. Il padre gettò il fucile e si slanciò a sorreggere il morente. Deposto dolcemente a terra il ferito, gli sorreggeva la testa. Poi con uno scatto sollevò la faccia pallida, calma, solenne esclamando:
      —Ma perchè non l'ho avuta io?
      In quell'istante una palla lo colpì alla tempia. Il vecchio volontario si rovesciò sul figlio. La morte li riuniva per sempre.
      * * *
      Malgrado questi episodi che spigoliamo direttamente dalla narrazione viva, palpitante fatta dai corrispondenti di guerra sul campo, i quali se producevano fra i compagni d'arme un senso di ammirazione e di orgoglio lasciavano naturalmente un'impressione di rimpianto, il buon umore dei nostri soldati, necessario alimento spirituale alla vita che conducevano, anche coll'aggravarsi dei disagi, coll'aumentare dei pericoli, coll'inasprirsi della lotta, continuava a mantenersi vivo. Tempo per malinconie ce n'era poco.
      In quelle trincee per esempio che erano più vicine alle trincee del nemico, alle volte tanto vicine che da una parte all'altra i soldati italiani e austriaci pote-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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