La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      tutte in fabbriche di materiale da guerra. Si lavorava giorno e notte, ma malgrado i meravigliosi sforzi degli operai (fra questi a migliaia le donne che diedero magnifica prova di capacità e di resistenza) degli ingegneri, dei proprietari, per mancanza di materia prima la produzione non bastava ai bisogni giornalieri immensi della fronte.
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      Dove generalmente più ferveva l'opera di preparazione bellica, dove maggiormente si accumulava il terribile nutrimento per le armi del soldato, gli aeroplani nemici facevano sovente le loro apparizioni gettando bombe che raramente colpivano i luoghi prestabiliti, ma che facevano sempre dei gravi danni ad edifici che colla guerra nulla avevano a che vedere, uccidendo sempre degli inocui cittadini.
      Spesso le incursioni dei velivoli nemici non avevano altro scopo che di terrorizzare le popolazioni, di stancarle della guerra nella speranza di una rivolta e continuarono anche quando gli austriaci seppero che ottenevano l'effetto opposto, che la popolazione li odiava sempre più, continuarono per il malvagio istinto di far del male in qualunque modo. E si ripetevano periodicamente i bombardamenti di Venezia, danneggiata nei suoi monumenti, ma non quanto il nemico avrebbe sperato, di Udine, di Vicenza, di Treviso, di Padova, di Verona, di Brescia. Vennero anche a .Milano facendo alcune vittime. Venivano di notte, varcavano a grandi altezze le nostre frontiere, piombavano nell'oscurità sulle città addormentate e nella più completa oscurità per non facilitare il loro bersaglio e a cas'o gettavano giti le loro macchine infernali.
      Spesso coloro che vigilavano davano in tempo i segnali d'allarme, fischiavano le sirene, le batterie antiaeree entravano subito in funzione e mentre si iniziava nell'aria una caccia di nuovo genere e il cielo si accendeva di immensi bagliori tra un fragore di detonazioni, la popolazione scendeva nelle cantine, nei sottosuoli delle case già preparati per la bisogna, secondo le istruzioni ricevute dalle autorità.
      Purtroppo non tutti sfuggivano all'agguato e quando gli assassini dell'aria erano stati messi in fuga si dovevano quasi sempre deplorare parecchie vittime limane.
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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