La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      L'attività degli aviatori nemici era naturalmente più viva in zona di guerra dove cercava di molestare i movimenti delle nostre truppe, gli accampamenti, dove tentava di distruggere stazioni, ponti, convogli, mascherando spesso i propri apparecchi coi colori dei nostri per trarci in inganno. Ma a rendere sovente vane le loro gesta o a farle pagare loro care ci pensavano i nostri aviatori che sin dal principio delle ostilità dimostrarono una destrezza, un'audacia, un sangue freddo, un disprezzo tale della morte da sbalordire. Parve che avessero i nervi d'acciaio come le fusoliere delle loro macchine e compirono imprese miracolose.
      Varcarono di giorno, di notte anche con cattivo tempo le alte montagne per scendere poi sui campi nemici, si spinsero lontano per le loro ricognizioni sempre fruttuose e cercando sempre di evitare di colpire dove non esisteva una ragione militare per farlo. Partiti con un {nano perfettamente preparato non ritornavano che quando lo scopo era raggiunto.
      Il cielo lassù, dove ci si batteva, vide cose assolutamente meravigliose.
      Basterebbe rammentare i bombardamenti del 21 a-agosto fatti da una nostra squadriglia su Aisovizza, la località dove gli austriaci avevano uno dei loro campi d'aviazione e precisamente quello da dove partirono gli aeroplani che bombardarono Udine: un villaggio di quattro case e un'osteria all'est di Gorizia presso l'imbocco della Val di Rose.
      I nostri due aeroplani comandati da un maggiore e guidati da due capitani aviatori, erano partiti allo spuntar del giorno. Si alzarono sino a 2500 metri e via verso il basso Isonzo nella giornata limpidissima che permetteva di distinguere nei minimi particolari la pianura friulana. Sopra Doberdò furono scorti dagli austriaci e fatti segno ad un fuoco violentissimo dartiglieria. Benché i proiettili scoppiassero vicino non furono colpiti.
      Ad Aisovizza essi si abbassarono sino a 1500 metri e visti chiaramente i lunghi capannoni che raccoglievano le macchine nemiche gettarono giù ben 59 bombe incendiarie e piene di una potente carica di esplosivi.
      L'attacco durò 25 minuti e produsse numerosi incendi. I nostri videro subito le fiamme divampare,
      — SS —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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