La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
no forniti di coperte, di biancheria e di vestiti. Ripartiti per unità furono sottoposti per la disciplina ai loro stessi graduati sotto la sorveglianza dei nostri ufficiali, (ili ufficiali austriaci furono conveniente-niente alloggiati. Ebbero lo stesso trattamento dei nostri. Parecchi lodarono le forme cortesi e cavalleresche che si adoperarono verso di loro.
11 professore Adolfo d'Espiner vice presidente del comitato internazionale della Croce Rossa, visitò ufficialmente nell'ottobre 11)15 i più importanti campi di prigionieri austriaci. Fu ad Alessandria, a Voghera, ad Asti, a Finalniarina, a Foggia, a Caserta, a Mad-daloni, a Baronissi, a Carini, a Monreale, fino in Sardegna (si era stati costretti a mandarli un pò da per tutto stante il loro numero elevato) e dovunque passò il professore d'Espiner trovò che un trattamento migliore i prigionieri non potevano avere e che erano quindi ingiustificati i reclami fatti dalla Commissione dei prigionieri di Vienna.
Anche l'Ambasciatore di Spagna a Roma l'ina v Millet dopo aver visitato questi campi e aver steso 1111 dettagliato rapporto a Re Alfonso comunicava al generale Spingardi presidente del Comitato nazionale per i prigionieri di guerra che il suo Re, letta la sua relazione, lo aveva pregato di "esprimere il suo vivissimo compiacimento per quelle che sono si chiare prove dei sentimenti altamente civili e umanitari propri della Nazione italiana."
Durante il primo anno di guerra dopo le diverse richieste fatte dalle autorità e anche da incaricati speciali del Papa, i nostri prigionieri in Austria non ebbero a lamentarsi molto del trattamento che loro si faceva. Naturalmente non era lo stesso che ricevevano in Italia gli austriaci, ma bisogna tener calcolo che l'impero austro-ungarico cominciava a sentire anche per i suoi la scarsezza dei viveri e che doveva provvedere inoltre a migliaia e migliaia di prigionieri russi.
Gl'italiani erano concentrati nel campo di Mathau-sen in numero di cinquemila circa.
Benedetto XV oltre che per i prigionieri di guerra già in diverse riprese aveva alzato la sua voce, sia per protestare contro le misure prese dai diversi governi le quali secondo lui paralizzavano il libero esercizio delle sue funzioni, sia per raccomandare a Vienna
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