La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
marzo al 18 aprile e cioè in 23 giorni ben 13 di questi sinistri uccellacci furono distrutti dai nostri.
S Novembre 1915—Un altra audacissima impresa dobbiamo registrare compiuta su Col di Lana.
Sin dall'S novembre questo formidabile baluardo nell'alto Cordevole era caduto in mano dei nostri conquistato da un manipolo di eroi in seguito ad un ordine dell'allora tenente colonnello Peppino Garibaldi, figlio a Eicciotti il mutilato di Bigione e nipote all'Eroe di Caprera. Qui è bene aprire una parentesi: Alla fronte ,oltre a Peppino Garibaldi vi erano gli altri quattro suoi fratelli Ezio, Eicciotti, Dante e Menotti. Essi avevano già compiuto in Francia colla Legione Garibaldina le gesta tradizionali alla leggendaria Camicia Eossa e nei boschi delle Argonne, bagnate di tanto sangue italiano, due altri loro fratelli, Bruno e Sante, erano caduti eroicamente colpiti dal piombo tedesco.
Col di Lana alto 24G1 metri era stato trasformato dagli austriaci prima e nell'inizio delle ostilità in un'immensa fortezza, formata da trincee concentriche e di circuito sempre più ristretto, le quali, comunicando alla base del monte, raggiungevano la cima, che era tutto un fortino, difeso a sua volta dalle batterie nascoste degli austriaci sui fianchi delle valli che fiancheggiano il colle. Col di Lana era il vero padrone e dominatore della conca di Livinallongo e delle valli e strade che convergono in essa.
Per la sua conquista si combatteva dal 19 luglio e i nostri di trincea in trincea erano giunti il 7 novembre sotto l'orrida cima dall'aspetto brullo e minaccioso di un cumulo di macigni, a breve distanza dal nemico : trentacinque fucilieri in tutti comandati da un sottotenente di fanteria.
Alle 11 del mattino fu rimesso l'ordine di Peppino Garibaldi al sottotenente. Esso diceva: "Tenente! E' l'ora di cooperare col massimo sforzo. La Patria attende l'evento. A lei l'impresa, il sacrificio e la gloria. Subito, all'assalto coi suoi uomini e Dio le mandi fortuna!"
Baionetta in canna e via dietro il tenente, raccontò uno dei soldati; tutti ci eravamo votati a vincere o a morire' e con baldanza rabbiosa attaccammo la vetta. Il nemico era là! Una nutrita scarica ci accolse prima che giungessimo ai reticolati, ma non ci
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