La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
era superato perchè, arrestato da un'eroica resistenza sulle ali, il nemico accumulava contro le nostre posizioni centrali un potentissimo sforzo, ma che si doveva attendere con serena fiducia l'esito finale, l'on. Salandra esaltò il valore del nostro soldato provocando un'ovazione immensa all'Esercito. Concluse poi chiedendo un giudizio sereno e affermando "di aver dato alla Patria, egli e i suoi colleghi di governo, con assoluta dedizione con perfetta dirittura di coscienza tutto quello che potevano di energie mentali e morali e, sopratutto, di inestinguibile amore."
Malgrado ciò l'ordine del giorno dell'on. Luciani che suonava fiducia nell'opera del Governo fu respinto con 11)7 voti contrari contro 158 favorevoli e questo provocò le dimissioni del Ministero presentate .alla Camera il 12 durante una seduta tempestosa.
Lo stesso Salandra dunque ammise che vi era stato trascuratezza da parte del Comando e che se le posizioni fossero state meglio difese e meglio preparate i risultati dell'offensiva austriaca sarebbero stati di minore importanza.
In conseguenza di ciò il tenente generale Roberto Brasati che comandava la prima armata operante nel Trentino, venne con decreto 25 maggio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, collocato a riposo d'autorità. Benché Salandra avesse dichiarato in piena Camera che egli colle sue parole non aveva censurato il Comando Supremo, ma riferito il giudizio che della situazione dava il Comando stesso, si disse da molti che il presidente del Consiglio, disapprovasse invece l'opera imprevidente di Cadorna almeno in quel punto della fronte non solo per aver lasciato al comando di quella zona un generale non pari alle difficoltà della situazione, ma anche per aver affermato che ogni precauzione era stato presa, e che il nemico non poteva avanzare! Parve però pericoloso in quell'ora grave far dei mutamenti che avrebbero cambiato direttiva e invece d'altri cadde il Ministero.
In seguito poi, nuovi fatti avrebbero rivelato che il generale Brasati aveva avvertito più volte il Comando dell'imminente offensiva nemica chiedendo rinforzi, ma Cadorna non credendo all'avvertimento si era rifiutato di provvedere chiamando il generale Brasati visionario.
In data 13 giugno si poteva annunciare che da parte nostra rinsaldate le linee, spostate opportunamente
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