La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
allacciare tali occupazioni mediante la conquista di punti intermedi che accrescessero il nostro dominio sulla sottostante valle dell'Avisio e sulla importante strada delle Dolomiti, che ne percorre il fondo.
Il 15 settembre il battaglione alpini Monte Rosa scalate le ripide rocce a nord-est del Cauriol, dopo quattro accaniti assalti espugnava una forte posizione in cresta a 131S metri di altitudine, il giorno 1G la posizione fu ampliata e malgrado accaniti contrattacchi nemici, il 17 si occupava l'altura di quota 2094. Il 23 reparti alpini dei battaglioni Feltre e Monte Rosa con un corpo a corpo tragico, terribile, soprafecero il presidio nemico ed espugnarono l'importante vetta del Gardinal, alta 2354 metri.
Il 2 ottobre, in una nuova nostra offensiva nelle valli di Travignolo e di San Pellegrino arditi nuclei del 20.o battaglione bersaglieri (3.0 reggimento) scalavano sempre sotto il fuoco nemico le ripide pareti rocciose della seconda cima del Colbricon e se ne impadronivano. Il 5 dopo furiosi contrattacchi respinti tutti alla baionetta e rotolando il nemico giù per le rocce, da altezze vertiginose, uua nostra colonna irrompeva d'improvviso ed espugnava forti trinceramenti sulle pendici di Cima di Costabella facendo prigionieri e bottino. Il G il battaglione Alpini Monte Arvenis, assaliva ed espugnava la vetta 245G nel massiccio di Busa Alta, distruggendo il riparto nemico che aveva offerto feroce resistenza.
I successivi tentativi degli austriaci fatti con inaudito accanimento per ricacciare i nostri dalle posizioni occupate, malgrado qualche momentaneo successo, si infransero contro la meravigliosa resistenza dei nostri alpini e dei bersaglieri che cacciarono più volte gli assalitori giù pei picchi di Val di Sadole mandandoli a sfracellarsi in fondo a spaventosi burroni e lasciando sempre saldamente in nostra mano i punti conquistati.
II contegno dei nostri soldati, l'agilità da scoiattoli impiegata per scalare quelle altezze, le fantastiche a-scese in lunghe catene su pei canaloni, per le rocce, aggrappati ai picchi, noncuranti del fuoco micidiale che li colpiva durante le miracolose imprese, il disprezzo del pericolo, la resistenza del loro corpo d'acciaio, gli episodi di inaudito valore che coronarono le loro gesta, classificano questo periodo d'azione, apparentemente di poca importanza, lento, diremmo quasi sproporzio-
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