La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
nato nei risultati alla sua grandezza e ai sacrilicii che è costato, fra i più belli di tutta la guerra e fanno quasi temere che le genti future dubiteranno della sua realtà, tanto sembra fantastica l'opera di questi giganti su quella zona infernale di montagne, dall'aspetto ferriti caute.
Il campo principale delle nostre operazioni però, in quel tempo, fu il fronte Giulio. Con Gorizia erano cadute in mano dei nostri le pendici occidentali delle alture che da Monte San Gabriele al Frigido si adergono ad oriente della città vinta. Sul Carso, passato il Vallone, avevamo posto piede sulle alture di Al Bosco (Nad Logem) di Oppacchiasella, del Colle Nero (Crni-Ilrib) e di Monte Grosso (Debeli), arrestandoci contro la prima difesa nemica ad oriente del Vallone. Tale linea da San Grado di Merna, dove si allacciava alle difese austriache a settentrione del Frigido, si dirigeva con andamento generale meridiano verso il sud; passava ad un chilometro circa ad ovest di Loquizza, poi ad est di Oppacchiasella, rasentava le case di Novavil-la per indi risalire sulle pendici occidentali delle alture di quota 208 nord e sud e di quota 144 sino alle paludi del Deserto (Lisert).
Le trincee scavate in gran parte nella roccia alla profondità (li metri 1.80, erano protette da parapetti di sacchi a terra, blindate con scudi metallici e recinte da profondi ordini di reticolati, abilmente dissimulati in modo da sfuggire alla osservazione. A tergo erano state scavate numerose caverne nella roccia per il ricovero delle truppe durante il fuoco della nostra artiglieria.
Contro questa linea verso la metà di settembre si effettuò il nostro massimo attacco preceduto da un fuoco spaventoso delle nostre artiglierie e di bombarde che infuriò più giorni e che rovinò, distrusse gli ostacoli d'ogni genere opposti dal nemico rifugiatosi nelle caverne. Il 14 sotto una pioggia torrenziale le nostre truppe si gettarono all'assalto. Sul Carso l'XI corpo d'armata conquistava la zona di quota 205 ad occidente di Cima Grande. Più a sud, in un primo slancio le nostre truppe occuparono Novavilla e l'altura di quota 208 nord ; ma violenti concentramenti di fuoco delle artiglierie nemiche obbligarono poi a sgombrare tali posizioni. Il 15 espugnavano a nord la forte altura di San Grado di Merna, il 16 violenti attacchi ci davano
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