La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
pello di bombardieri sorpassò, sotto il fuoco nemico, tre ordini di trinceramenti austriaci, catturando prigionieri e materiali; due giorni dopo con quattro soldati diede l'assalto ad una galleria nella quale si trovavano 200 nemici con materiale di guerra che furono catturati. Infine nel pomeriggio dell'8 agosto guadava l'Isonzo a nuoto e riusciva pel primo a piantare la bandiera italiana su Gorizia redenta.
Infatti questa meravigliosa tempra di soldato che a vederlo pareva un fanciullo si presentava da solo davanti alla larga entrata di una lunga galleria occupata da 200 austriaci e dai loro ufficiali. Egli coi suoi quattro uomini scavalcato il Podgora era sceso sulla via della ferrovia di Gorizia per raggiungere quel punto. Aveva posto i soldati a sentinella dell'ingresso della galleria ed era entrato colla rivoltella spianata. Le armi nemiche stavano per sparare contro di lui, ma la sua intrepidezza, il suo aspetto risoluto resero subito perplessi e timorosi gli avversari, ai quali egli faceva intendere che aveva dietro di sè molta truppa. Gli austriaci si arresero. Arrivati i rincalzi, i prigionieri furono incolonnati e sotto il fuoco raggiunsero le retrovie.
Alla testa dei suoi uomini Baruzzi continuò a prendere parte alle operazioni, finché l'8 entrato fra i primissimi in Gorizia riusciva a piantare la prima bandiera sulla stazione, fra l'entusiasmo delle truppe che lo avevano seguito dovunque.
Un altro eroe, che ha del leggendario e che viene direttamente dal popolo, è stato Enrico Toti. E' morto la mattina del 6 agosto all'assalto di quota 85 oltre Monfalcone. Il suo sacrificio è uno dei più bei gesti di valore di abnegazione e di fede che registri la storia della nostra guerra.
Enrico Toti si era arruolato volontario perchè gli mancava una gamba ed era perciò esente dal servizio militare. Nato a Roma aveva a vent'anni servito nel corpo dei bersaglieri. Congedato ed impiegatosi nelle ferrovie, era stato travolto da un treno. Avevano dovuto amputargli la gamba sinistra. Senza scoraggiarsi aveva piantato in Roma una piccola industria di giuocattoli, ninnoli, sopramobili di legno; aveva sotto di sè tre o quattro operai e con la pensione conduceva una vita abbastanza agiata. A quell'animo intrepido però tutto ciò non bastava. Voleva l'emozione del ri-
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