La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
la alla propria indipendenza, sogno ardente e ferma volontà tramandati di padre in liglio e cementati dal martirio di tanti fratelli a cui è sembrato bello e giusto soffrire e morire per questa sacra causa, quella parte della popolazione, formata dei migliori ingegni, delle anime più salde, delle menti più colte, era fermamente, ardentemente, irriducibilmente italiana; attendeva o-ramai da secoli il giorno della liberazione, il giorno in cui l'antica, vera madre avesse potuto liberamente a-prirle le braccia. Sta a provarlo il martirologio di questa popolazione dalla quale sono uscite durante la guerra le due sublimi ligure di Cesare Battisti e di Nazari o Sauro, il trentino e l'istriano, martiri che vollero e seppero morire per l'Italia e la meravigliosa legione degl'irredenti d'ogni età che varcarono durante la neutralità d'Italia e nei primi giorni delle ostilità con mil-i le astuzie e con fermo coraggio la frontiera ancora nemica, per non impugnare l'arma contro i fratelli e per cooperare alla liberazione delle proprie contrade, ben sapendo che se fossero caduti vivi nelle mani degli austriaci li attendeva inesorabilmente l'onta dell'estremo supplizio sulla forca, come avvenne dei Bismoudo, dei Filzi, dei Chiesa. A quest'ultimo per grazia sovrana fu commutata la pena della forca in quella della fucilazione.
A Trento, a Trieste, uella Dalmazia non si spense mai la fucina dell'italianità. Questa fiaccola aveva vampe di luce che sfidava coutinuamente la sorveglianza accanita, minuziosa, terribile della polizia imperiale e si manteneva più che mai viva anche davanti alle prepotenze delle stesse autorità; si manifestava in modo ingegnoso, sotto mille forme, coglieva occasione dal più piccolo incidente, da una impreveduta circostanza per affermarsi e dar da fare ai gendarmi e ai carcerieri. A Trieste da quasi mezzo secolo questa santa fiaccola era tenuta alta e fiammeggiante dall' "Indipendente,, un piccolo giornale quotidiano, organo del partito liberale italiano, sorto in sostituzione di "Il nuovo Tei-gesteo,, morto perchè il suo direttore Ugo Sogliani era stato bandito. Intorno all'"Indipendente„ si era riunito un gruppo di ardenti patriotti, italiani ad ogni costo, clie per ben trentasette anni con un programma che si riassumeva in questo motto : "Provvediamo al presente con intelligente riguardo all'avvenire" non fecero mai languire la fede nei futuri destini dell'adora-
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