La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      zione della Valtellina, del Comasco, della Bresciana, del Bergamasco da un lato e del Cadore e del Friuli dall'altro. Ma sulla via della Svizzera viene arrestato per denunzia d'una spia, condannato a morte ed impiccato. Davanti ai giudici, prima e dopo la terribile sentenza ed anche sul patibolo Pietro Fortunato Cal-.vi conserva la sua calma, la sua serenità impressionante e prima di morire guardò alteramente, quasi con un'espressione di comando i soldati schieratigli di contro.
      E l'italianità del Trentino doveva essere un'altra volta e maggiormente santificata dal martirio di Cesare Battisti, l'Uomo sacro per l'eternità agli italiani, il quale basterebbe da solo a giustificare la nostra guerra.
      Battisti era nato a Trento il 4 febbraio del 1875 da una famiglia di agiati negozianti. Trascorse gli anni della prima giovinezza fra i suoi monti studiandoli in ogni loro minuta parte, scrutandone i segreti, rivelandone le bellezze. A Firenze in quell'Istituto di studii superiori si laureò dottore. Là aveva incontrato colei che gli fu compagna mirabile, ardente nel suo apostolato d'italianità: Ernesta Bitanti ch'era venuta a studiare còme lui a Firenze e che, moglie devota, lo seguì dovunque.
      Gualtiero Cappellini scrivendo di Battisti disse che a-veva una fede socialista in anima italiana. Egli vide, nei tempi dolorosi in cui l'Italia alle altre miserie prodotte dal mal governo, univa quella di essere l'umile serva della Germania e dell'Austria per opera di quella Triplice Alleanza stipulata il 20 maggio 1882 per rappresaglia alla Francia che non ci fu mai sinceramente a-mica, egli vide, dicevamo, nel socialismo la sua rigenerazione e a questa convinzione, a questo ideale uniformò la sua vita. Fondò nel Trentino un piccolo quotidiano politico "Il Popolo" il quale parlando ogni volta con fede ardente della patria italiana e della sua grandezza gli procura la cifra eloquente di ben 135 processi seguiti da 50 condanne. Egli serenamente se ne andava in carcere coi suoi libri a studiare.
      Qual'è l'ora della sua vita in cui egli non compia un'opera sana ed utile d'italianità? E' fra i primi nell'agitazione studentesca del 1904 in Innsbruck; è fra quelli che accolgono a bastonate i famosi pangermanisti capitanati da quell'Edgard Meyer calati qualche anno dopo a Pergine e a Calliano ; è fra i più fieri assertoriI — 187 —
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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