La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
sponde. Battisti è rimasto lassù! Forse l'hanno preso vivo! No, è impossibile! Si tenta di ricomporre un plotone; ma purtroppo è già tardi. Un soldato lacero e sanguinante, dice di aver raccolto un lamento : forse è ferito! Una speranza affannosa si fa strada in noi: che sia riuscito ad ammazzarsi, che abbia compiuto l'estremo atto freddamente promesso a sè medesimo. Giammai la morte è parsa tanto liberatrice, tanto u-mana; giammai essa è stata invocata con tanto disperato fervore per un prigioniero.
No, Battisti è già lontano, è in marcia verso la sua Trento, tra una selva di baionette. Anche il nostro maggiore, ferito, è rimasto in quelle mani brutali. I pochi superstiti si guardano in faccia, muti, desolati, istupiditi. Nel gran silenzio, la fulva cima di Monte Corno erge il suo baluardo di rocce, dove il sole asciuga il fresco sangue versato...."
Infatti Battisti era rimasto lassù difendendosi accanitamente, ma inutilmente. Sui particolari di quei terribili momenti le versioni furono diverse, ma si potè ad ogni modo assodare questo : per ridurlo all'impotenza gii austriaci lo legarono saldamente con delle corde. Poi lo trascinarono per un tratto di via. Lo caricarono in seguito su d'una carretta e lo condussero ad Aldeno. Più in sii, proprio sulla vetta di Monte Corno, quasi nello stesso istante sono catturati col maggiore Fratto-la il capitano Modena e il sottotenente avv. Fabio Filzi di Rovereto, compagno anzi discepolo di Battisti che sceso anch'esso in Italia durante la neutralità ed arruolatosi aveva combattuto eroicamente coi nostri.
Battisti e Filzi furono subito riconosciuti da un certo Franceschini di Tres in valle di Non, un rinnegato, sottufficiale in un reggimento di cacciatori tirolesi, durante un primo interrogatorio avvenuto a Rovereto. Furono separati dai loro compagni e allontanati immediatamente. Un altro interrogatorio ebbe luogo a Villa Tainbosi sede del comando eli divisione del quale era capo il generale Gusseck.
Quando si seppe che era veramente Battisti il catturato tutta la divisione fu in subbulio. Il generale Gusseck volle interrogarlo in persona e nulla si lasciò d'intentato per obbligare il prigioniero a far delle rivelazioni intorno all'esercito e alla politica del nostro Paese. Battisti rispose seni]tre:
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