La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
degli eserciti degli Alleati nella penisola balcanica, concorrendo all'attuazione del piano comune e riparando la debolezza del fianco sinistro dell'esercito di Sar-rail.
Le ampie strade costruite dovunque dal nostro genio permisero di rendere i servizi logistici facili e comodi per mezzo di numerosi autocarri cbe trasportavano continuamente e materiale e uomini.
Nella presa di Monastir avvenuta il 19 novembre 191G per parte delle truppe alleate, i nostri ebbero una parte importante, occupando l'aspra posizione detta del Dente al sud di Ostrec con un magnifico, irresistibile attacco di sorpresa, sotto un diluvio di pioggia,' che sgominò il nemico il quale battè in ritirata, lasciando nelle nostre mani un centinaio di bulgari. Il generale Desenzani che comandava quelle truppe fu citato all'ordine del giorno per il modo efficace con cui si svolse l'inseguimento dei bulgaro-tedeschi che condusse all'occupazione delle linee di Monastir, ed il vigore col quale gl'italiani combatterono per quattro giorni in terreno difficile, in condizioni atmosferiche avverse e sotto il fuoco delle artiglierie nemiche.
I bulgari dimostrarono subito un sacro terrore per i nostri. Essi che pur sono maestri nel maneggiare la baionetta dichiararono che gl'italiani sono più forti nell'impiego di questa terribile arma.
A Monastir il 21 novembre, per lo scoppio di una granata nemica caduta sulla piazza Nicovich, rimaneva ferito il generale Petitti e moriva il maggiore Tamaio.
Anche i nostri aviatori fecero su quelle lontane contrade i soliti prodigi a cui ci avevano tanto abituato che da essi ci attendevamo ogni giorno nuove e più ardite, più straordinarie gesta.
Basta citare quella che compì la mattina del 12 ottobre 1910 nel cielo di Zarnec in Albania un apparecchio pilotato dal capitano Ercole Ercole. Aveva a bordo il capitano Emilio Corbelli, osservatore e il brigadiere dei carabinieri Morcelin Albino. L'aereoplano venne attaccato a 3000 metri d'altezza da un velivolo da caccia nemico. Nel combattimento rimasero colpiti a morte il capitano Corbelli e il brigadiere Mocelin. Il capitano Ercole, morti i suoi compagni, visti i serbatoi della benzina forati, mentre l'apparecchio precipitava, lasciata la mitragliatrice che in quel momento manovrava, benché ferito al braccio sinistro, riusciva ad t iI — 216 —
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